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Facciamo Rumore, un movimento di associazioni, cooperative sociali e cittadini contro ogni forma di emarginazione

Il bisogno di costruire insieme un futuro diverso per la città di Palermo

data articolo 20/09/2016 autore redazione categoria articolo INIZIATIVE
 
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Locandina rumore
Locandina rumore

Si è svolto all'auditorium "Giuseppe Di Matteo" a Brancaccio il primo incontro di RUMORE, il movimento di associazioni, cooperative sociali e cittadini contro ogni forma di emarginazione, che intende operare un cambiamento nel futuro della città di palermo, abbandonando gli stati di indifferenza ormai divenuti inaccettabili nei confronti di chi ha bisogno.

RUMORE, che ha già una sua pagina facebook, intende partire dai bisogni del sociale per trasformarli in proposte concrete.

ARTICOLO DE IL REDATTORE SOCIALE

"Rumore", il movimento delle associazioni: cambiamo la società dal basso

A Palermo l'iniziativa delle organizzazioni che ha l'obiettivo di denunciare "la mancanza di servizi a tutela dei diritti in particolare delle fasce più deboli", ma anche quello di lanciare proposte alle istituzioni

PALERMO - Più servizi e più diritti per tutti, a partire dalle fasce più fragili. E' l'obiettivo di "Rumore", il movimento delle associazioni di Palermo che ieri pomeriggio all'auditorium Giuseppe Di Matteo di Brancaccio ha aperto ufficialmente i battenti. Tra i sostenitori del movimento c'è un ampio cartello di organizzazioni che si occupano di autismo e molte realtà del privato sociale. L'incontro è stato coordinato da Rosi Pennino referente di ParlAutismo onlus, dal presidente del centro Padre Nostro Maurizio Artale e dal presidente del consorzio Sol.Co Francesco Passantino.

"L'intenzione - spiega Pennino - è quella di iniziare un percorso che porti a fare rumore sulla mancanza di servizi a tutela dei diritti in particolare delle fasce più deboli. Il nostro obiettivo non è soltanto quello di essere critici su tutto quello che non va ma sopratutto di cercare di essere costruttivi. Proprio per questo nei prossimi giorni proporremo il 'disservizi day' con dei punti dove ogni cittadino potrà denunciare ciò che manca a questa città". "In questo modo porteremo avanti una politica in senso alto e più ampio - continua Pennino - perchè legata ai bisogni e problemi reali delle persone, considerato che la politica attuale ha perso la sua anima. 'Rumore' non si fermerà davanti a nessuno e non lascerà indietro nessuno. Io sono nata e cresciuta allo Zen e proprio per questo mi rendo conto di quanto sia importante per esempio ripartire dalle periferie. Oggi i diritti non possono essere presentati come dei favori sulla pelle dei disabili e di tutti coloro che vivono delle forti emarginazioni sociali".

"Non c'è stato purtroppo in tutti questi anni - aggiunge Artale - un intervento sistemico incentrato sui bisogni reali del territorio. Tutte le amministrazioni che ci sono state hanno solo cercato di accontentare il terzo settore con dei progetti. Il problema oggi è quello di garantire piena continuità a servizi così delicati come quelli che riguardano i giovani dei centri aggregativi o le famiglie. Solo così si può innescare un cambiamento culturale. Soltanto insieme senza etichette possiamo cambiare la società partendo esclusivamente dal basso e richiamando alla responsabilità ognuno per le sue competenze, sia il comune che la regione".

"Quello che manca in questo momento - dice Francesco Di Giovanni presidente del centro Tau - è l'attenzione reale ai problemi sociali con l'evidenza che, in questo momento, non c'è in città una politica sistemica che possa dare risposte ai gravi bisogni che vivono i quartieri. C'è l'urgenza di non pensare solo a degli interventi spot, a singhiozzo ma a servizi stabili a partire dai giovani delle periferie. In questi tre anni di stop dei centri di aggregazione giovanili le conseguenze purtroppo si pagheranno amaramente nei prossimi anni. Chiediamoci quale impatto avrà sulla città l'avere tolto a 5mila ragazzi la possibilità di crescere in maniera diversa. Questo è solo un punto ma ce ne sono tanti altri e siamo letteralmente davanti ad una sorta di welfare degenerativo che ci preoccupa moltissimo".

"Da anni sono dentro il privato sociale - dice Giuseppe Mattina referente dell'Opera Don Calabria e coordinatore del tavolo tecnico comunale sulla povertà -. Dobbiamo però riuscire a superare quella parte del terzo settore sempre più frammentata, divisa e litigiosa in cui ognuno vuole la sua parte. Solo insieme si possono dare risposte importanti e significative a chi vive ogni forma di emarginazione sociale facendolo uscire dalla sua invisibilità. Mi rendo conto che i nodi da sciogliere sono tantissimi e apprezzo anche l'umiltà con cui oggi pomeriggio si è voluta mettere solo in ascolto l'assessore Agnese Ciulla che ha voluto garantire la sua presenza".

A prendere la parola è stato anche il giovane francescano fra' Loris D'Alessandro, originario dello Zen. "Sono stato in diversi paesi dell'Africa dove c'è sicuramente una povertà molto diversa. Posso però constatare che a Palermo c'è gente che vive in miseria, che ha bisogno ugualmente del nostro aiuto. Mi occupo dei senzatetto per i quali non si può parlare più di emergenza perchè purtroppo, vivere in strada, è diventata una realtà del tutto ordinaria. Oggi abbiamo un solo dormitorio pubblico che subisce ritardi di pagamento fortissimi e che rischia continuamente la chiusura. Mi occupo di assistere anche le ragazze nigeriane vittime della strada per le quali non si fa nulla. Per evitare di andare ancora più indietro occorre allora riprenderci tutta la nostra dignità a partire dai diritti che a queste persone devono essere riconosciuti proprio con i servizi".

Tra gli altri hanno partecipato il garante regionale per le persone con disabilità Giovanna Gambino ed il nuovo garante della Sicilia per i detenuti Giovanni Fiandaca. "Le forme di democrazia partecipata sono l'unica strada per 'ridemocratizzare la democrazia' - sottolinea Fiandaca - che è diventata sempre più centralizzata e mediatizzata, completamente lontana dalla gente. La particolarità di questo movimento credo che sia non solo quella di gridare ma di elaborare idee e proposte. In questo senso non si pone in un'ottica antipolitica o di chi si sostituisce a questa senza formazione ma quella di farsi ascoltare dando voce ai bisogni veri della gente". "Vivo in primis come medico e ancora di più da due anni come garante le problematiche della disabilità - afferma Giovanna Gambino -. In due anni, pur avendo scritto a tutte le autorità competenti, devo testimoniare il silenzio assordante delle istituzioni. In questo movimento le famiglie possono ritrovare la loro voce per avere le giuste risposte ai loro bisogni. Bisogna riaprire il dialogo con la gente garantendo una politica di servizi veri e non solo fatta di progetti a singhiozzo che ingolfano il sistema senza essere continuativi e costruttivi per tutta la società". (Serena Terminit)

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