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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Peregrinatio Reliquia del Beato Giuseppe Puglisi presso la Casa Circondariale di Gela. Attraverso un percorso formativo i detenuti conoscono la figura del sacerdote ucciso dalla mafia

Due di loro leggono la propria lettera rivolta a padre Pino Puglisi

data articolo 15/05/2018 autore redazione categoria articolo INTERVENTI
 
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Peregrinatio reliquia del Beato Giuseppe Puglisi presso la Casa Circondariale di Gela
Nella foto: Maurizio Artate, S.E. Mons. Rosario Giasana e fra' Emanuele Artale

Lunedì 14 maggio 2018, Maurizio Artale, presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro, è stato invitato a portare la propria testimonianza presso la Casa Circondariale di Gela sulla figura di Padre Pino Puglisi e sul Centro da Lui fondato, in occasione della Peregrinatio Reliquia del Beato Giuseppe Puglisi organizzata dalla Diocesi di Piazza Armerina. L’iniziativa, articolata come da programma in più giornate, ha coinvolto gli ospiti detenuti delle Case Circondariali di Enna, Gela e Piazza Armerina, i quali avevano intrapreso già da tempo un percorso formativo avente come figura di riferimento il sacerdote di Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993.
«Abbiamo voluto presentare una figura valida, un modello come segno per portare avanti la pratica del Vangelo» - dice fra' Emanuele Artale, cappellano del carcere di Gela; S.E. Mons. Rosario Gisana ha detto: «Padre Pino Puglisi è uno che ha amato veramente, perché ha saputo ascoltare i bisogni della gente considerandoli “alla pari”, pari a sé, come fossero amici»; continuando ha aggiunto: «ha voluto coinvolgersi con la sua gente amandola sopra ogni cosa».
Il giudice Giovanbattista Tona, che conobbe don Pino durante la sua formazione universitaria, lo ha definito un uomo famoso in maniera "orizzontale" per il senso di leggerezza che mostrava nell’affrontare la quotidianità della vita, non lasciando minimamente presagire alcun senso di verticalità nel suo agire, che lo avrebbe portato a diventare Beato.
Maurizio Artale, contestualizzando l’ambito della manifestazione, ha detto: «il carcere non può essere allontanato dalla società» e ha ricordato la vicinanza di padre Puglisi nei confronti dei detenuti e delle loro famiglie con la lettera che inviò nel dicembre del 1992 (leggi la lettera); proprio per questa sensibilità di don Pino nei confronti dei detenuti, il Centro di Accoglienza Padre Nostro da più di 15 anni si occupa dei detenuti e delle loro famiglie e, quest’anno, ha inaugurato a Brancaccio la Casa del "Figliol Prodigo", che accoglie detenuti in esecuzione di pena esterna o con permessi premio. Proseguendo, ha descritto il cambiamento del quartiere Brancaccio in questi 25 anni grazie al contributo del Centro di Accoglienza Padre Nostro, concretizzando il "sogno" di Padre Pino Puglisi.
Infine, il PM Luigi Lo Valvo, Procura di Gela, ha chiuso così il suo intervento: «La figura di Puglisi è importante perché ha fatto comprendere che la Chiesa deve fare la sua parte nella lotta contro la mafia; la mafia non è solo un adempimento della Magistratura, ma deve impegnare tutti»

Grazie alla disponibilità della D.ssa Gabriella Di Franco, direttrice della Casa Circondariale di Gela, di tutta l’Amministrazione Penitenziaria, dell’impegno del cappellano fra' Emanuele Artale hanno partecipato e portato la propria testimonianza gli studenti della classe 5C del liceo scientifico  "A. Volta" di Caltanissetta, che durante l’anno scolastico hanno affrontato argomenti sulla legalità e sui personaggi legati alla lotta contro la mafia. Due studenti, infatti, hanno recitato una lettera rivolta a Don Pino, un ringraziamento per tutti gli insegnamenti trasmessi dal suo dire e dal suo agire.
Non è mancato qualche momento di commozione quando due detenuti, impegnati in un percorso formativo/rieducativo, hanno rivolto a don Pino parole di gratitudine e di speranza per un futuro migliore fuori dalle mure del carcere, proprio accanto alla sua reliquia, come a volere testimoniare la Sua presenza.

ALLEGATI

allegatoLocandina [319]

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