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Il dramma dei senzatetto. In 200 vivono per strada

I volontari che li assistono chiedono case e lavoro: restituirebbero loro dignitą

data articolo 21/10/2018 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Il dramma dei senzatetto. In 200 vivono per strada
Articolo del Giornale di Sicilia

Li chiamano invisibili. I loro volti raccontano storie di sofferenza, nascosti dall’indifferenza dei passanti. Sono i senzatetto, a cui venerdì è stata dedicata – al dormitorio comunale di via Messina Marine  «A casa di Aldo» - una serata dal titolo «La notte dei senza dimora» organizzata dal Comune in collaborazione con diverse associazioni di volontariato che ogni giorno provano con fatica a lenire le sofferenze di chi trova rifugio sui marciapiedi e sotto i portici della città. «E’ stato un importante momento di riflessione e confronto con le associazioni di volontariato che operano sul territorio», fa sapere il comitato palermitano della Croce Rossa Italiana. Spesso, però, le armi dei volontari sono spuntate. «Il Comune, oltre ai bonus economici come il Rei, non riesce a soddisfare i cittadini bisognosi», afferma Roberto Cascio, referente di «Cammino d’amore», associazione che ogni sabato sera effettua la ronda, distribuendo una media di 60 pasti tra diverse zone della città. Ieri è toccato – andata e ritorno – alle vie nei pressi della stazione Notarbartolo e del ponte Giafar. «le difficoltà – aggiunge – vengono girate a noi associazioni di volontariato ma poi manca una comunicazione a 360 gradi su un centesimo, su un caso di bisogno. Quando andiamo in strada a censire una persona, mandiamo i dati al Comune e poi non abbiamo risposta per sapere a che punto è la pratica. Il senza tetto chiede se ci sono notizie e spesso non sappiamo rispondere. Per vincere la povertà il lavoro è ancora lungo».

Secondo Giuseppe Li Vigni, fondatore dell’associazione «Angeli della Notte», «l’ideale sarebbe dare un lavoro a queste persone o creare le condizioni utili ad avviarle ad una piccola attività. Serve una progettualità seria per farle uscire dall’emarginazione sociale. Ci vorrebbero team formati da figure professionali, si dovrebbero creare percorsi ad hoc che non ci sono. La verità è che purtroppo siamo ad uno stallo e sentiamo le istituzioni lontane». Lo stallo s’intuirebbe dai volti che da anni girovagano in città: «Ci sono sempre le stesse persone per strada, come se non cambiasse nulla», afferma Li Vigni. «I senzatetto che vivono in strada sono poco meno di 200. Tra loro, purtroppo, non mancano le famiglie che dormono in auto. Fino a poco tempo fa, vicino al porto, c’erano marito, moglie e un figlio diversamente abile, una situazione grottesca. All’ospedale Civico c’era un signore che dormiva in una motoape. Due persone, invece, continuano a dormire dentro la macchina vicino all’ospedale Buccheri La Ferla».

Così, la fame di case non è mai troppa: «Sono aumentate le persone che occupano abusivamente» dice Maurizio Artale del Centro Padre Nostro. «L’amministrazione comunale, molti mesi fa, ci ha mandato un nucleo familiare di nove persone  - sottolinea – che dovevano rimanere solo quindici giorni. Siamo ad ottobre e sono ancora qui. Meglio che la strada ma il posto non è idoneo. Ci troviamo beni in mano al Comune, alla Regione, al Demanio che sono chiusi e sigillati e non ci va nessuno».

A complicare una situazione emergenziale, ci si mettono la farraginosa macchina burocratica e i ritardi della Regione: «I fondi pubblici continuano a scarseggiare. La Regione a maggio doveva mettere a bando il famoso fondo dell’ex tabella H (contributi per enti, associazioni e fondazioni, ndr). Ma è stato pubblicato solo dieci giorni fa e quei soldi forse non potremo spenderli. Il rischio è che il 30 dicembre ci dicano di rientrare tra i beneficiari e l’1 gennaio di spendere i soldi. Non è normale». Per Artale la soluzione per togliere dalla strada i senza tetto, è solo una: «L’occupazione è fondamentale».

Giorgio Mannino

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