PALERMO. La Chiesa omaggia il Beato Puglisi e lo celebra con il suo uomo più importante e rappresentativo: Papa Francesco. Il Pontefice ieri pomeriggio ha effettuato un vero e proprio pellegrinaggio nei luoghi di don Puglisi, tra Brancaccio e Settecannoli, compresa la chiesa di San Gaetano. Decine di lenzuola bianche sono state appese ai balconi e alle finestre dei residenti di piazzale Anita Garibaldi dove fu ucciso don Pino Puglisi la sera del 15 settembre 1993. Gli abitanti della zona hanno accolto l’invito del Centro padre Nostro. «Si è trattato di un benvenuto al Papa ma anche un segno di riscatto alla gente che ha voluto lanciare un chiaro messaggio», ha spiegato Pippo De Pasquale, l’amico di infanzia di don Pino che ieri ha accolto il Papa in piazzale Garibaldi anzi in piazzetta Beato Padre Puglisi come si chiama da oggi in poi il fazzoletto di asfalto e cemento che si affaccia davanti al civico numero 5, dove abitava il parroco della chiesa di San Gaetano. Al suo arrivo a bordo di una Volkswagen Golf di colore blu, intorno alle 15.30, il Santo Padre sceso dall’auto, dopo aver salutato e benedetto la folla, si è avvicinato a una ragazza disabile che le ha passato un cuscino di rose rosse che il Santo Padre, dopo averla benedetta, ha deposto sul punto preciso in cui è caduto il Beato Puglisi. Bergoglio si è fermato in preghiera davanti al medaglione di bronzo, dove il prete è stato colpito mortalmente dal killer Salvatore Grigoli, picciotto della mafia palermitana. Bergoglio era accompagnato dall’arcivescovo Corrado Lorefice e da monsignor Georg Ganswein, già segretario di Papa Benedetto XVI. Il Papa ha poi raggiunto la casa museo dedicata a don Pino, al primo piano della palazzina. E ha visitato le umili stanze in cui ha vissuto il parroco ha sfidato i boss di Brancaccio. Quindi si è seduto su una poltroncina, in quello che era lo studio del Beato, e ha scritto una frase nel libro dei ricordi che i volontari tengono nella casa museo: «Che l’esempio di don Pino faccia nascere tante vocazioni».
Subito dopo Papa Francesco ha abbracciato i familiari di don Pino, a cominciare dai fratelli Francesco e Gaetano, e ha ringraziato il presidente del Centro “Padre Nostro”, Maurizio Artale, che l’opera che giornalmente svolge a Brancaccio assieme a tutti i volontari. I fratelli di don Pino Puglisi hanno consegnato al Santo Padre un libro che racconta la storia del beato. «E’ stato un momento molto emozionante – ha detto Gaetano Puglisi – ci ha sorriso e ci ha chiesto di pregare per lui». Accanto a lui la moglie: «che emozione salutare il Santo Padre. Gli abbiamo detto che in questo quartiere c’è ancora molto da fare. E abbiamo ricordato l’opera di Maurizio Artale, del Centro Padre Nostro».
Il Pontefice ha quindi benedetto i progetti realizzati dal Centro per la costruzione di una piazza a Brancaccio e l’altro per la realizzazione di un asilo nido. Per la gente del quartiere una giornata indimenticabile: «il Papa ci ha detto pregate per me. È stata un’emozione immensa, incredibile e indescrivibile», ha sottolineato Antonio Piazza, 73 anni che abita al piano terra della palazzina oggi intestata al Beato Puglisi. «Quando abbiamo saputo della visita del Papa,- ha proseguito – ci è stato chiesto se in questo palazzo ci fossero persone con disabilità per una benedizione – racconta la donna che vive nel palazzo da mezzo secolo – e così abbiamo chiesto se potesse pregare e benedire le mia nipotina, che ha un problema di salute. Il Papa l’ha benedetta, e lei gli ha consegnato una letterina scritta per lui. Il Papa le ha detto brava».
Nella casa che si trova al pianterreno della palazzina di quattro piani ci sono molte foto di don Pino Puglisi alle pareti. «Lo conoscevo da sempre, dice la donna, che ha 5 figlie – ha celebrato il matrimonio delle mie figlie, che da ragazze frequentavano il centro Padre Nostro. Loro lo chiamavano 3P per via delle iniziali del nome Padre Pino Puglisi. Ha battezzato i miei nipoti, insomma nella mia vita Padre Puglisi c’è sempre stato. Conoscevo pure la mamma, ogni tanto mi aiutava a cucire qualche vestito». Così il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: «Ho ringraziato Papa Francesco per la sua presenza nella nostra città, per il suo fare memoria del Beato Pino Puglisi, un martire della fede, un testimone dell’armonia fra libertà e responsabilità, troppo spesso soffocate da logiche mafiose».
Leone Zingales
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