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Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

I detenuti realizzano un fumetto dedicato a padre Pino Puglisi

Raccontare la storia e l'impegno sociale di padre Pino Puglisi a Brancaccio fino al momento della tragica morte: č questo l'obiettivo del fumetto realizzato da alcuni detenuti della Casa Circondariale Torre del Gallo di Pavia

data articolo 19/09/2019 autore Redattore Sociale categoria articolo RASSEGNA
 
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PALERMO - Raccontare la storia e l'impegno sociale di padre Pino Puglisi a Brancaccio fino al momento della tragica morte e dell'indignazione sociale che ne conseguì attraverso le tavole disegnate. E' questo l'obiettivo del fumetto realizzato da alcuni detenuti della Casa Circondariale Torre del Gallo di Pavia con l'associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli Milano. La presentazione dell'opera, inserita tra gli eventi di commemorazione del 26esimo anno dalla morte di padre Puglisi, è avvenuta ieri pomeriggio nell'aula didattica "Nicolò Puglisi" della Casa-Museo del beato Giuseppe Puglisi a Palermo. Un prodotto maturato dagli stessi detenuti, che ha trovato la luce grazie anche alla supervisione della docente Anna Zucchi e del coordinamento organizzativo di Pino Cassata dell'associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli Milano. Il progetto si è svolto, per un giorno di attività al mese dentro la casa di reclusione, dal novembre del 2017 a giugno del 2018.

"Inizialmente siamo partiti con un gruppo di 20 detenuti - spiega Pino Cassata - che poi si sono ridotti, per altri impegni degli stessi, in 8 persone. Il detenuto che ha realizzato la parte grafica del fumetto è quello che non ha completato il lavoro perché poi è uscito. Le tavole, infatti sono state completate da un volontario fumettista che opera dentro il carcere di Pavia che ha cercato di rispettare lo stile e la forma che loro gli hanno dato. L'esperienza è stata davvero straordinaria perché alla fine rimane un segno forte a loro e di grande restituzione umana a noi. Il carcere è fatto soprattutto di persone, ognuna con la loro storia che merita la giusta dignità. La testimonianza delle persone detenute è stata molto alta e ci fa capire quanto questa esperienza possa essere stata significativa".

Un momento emozionante è stato anche la proiezione dell'audio-video di Adil che racconta quanto determinante è stato per lui avere partecipato al progetto del fumetto. "La vita è piena di sorprese che hanno tutte un significato - racconta emozionato Pino Cassata -. Adil, a conclusione del progetto mi chiese, se quando sarebbe uscito dal carcere, avrebbe potuto fare quello che facevamo noi. All'inizio non risposi perché non sapevo cosa dire. Il suo desiderio, oggi, si è realizzato perché Adil, dopo essere uscito dal carcere, lavora e è papà di due bambini e fa parte dell'associazione. Tra l'altro, lui è tra quelli che hanno un impegno attivo nella presentazione del fumetto su cui ha lavorato. Adil mentre era in carcere mi ha pure raccontato di avere sognato padre Puglisi che gli sorrideva e chiedeva che cosa voleva fare nella sua vita".

Il libro riporta anche alcuni pensieri e testimonianze delle persone detenute che ci hanno lavorato. "La visita dell'associazione ha trovato un riscontro positivo con i detenuti studenti e li ha aiutati a comprendere l'illegalità per cercare una strada migliore e per dimenticare il passato che non si può cambiare ma di cui si può addolcire l'orizzonte del futuro. Solo attraverso il dialogo si possono ottenere risultati efficaci". (Jbari Adil). "Tutti gli incontri sono stati sempre interessanti, perché anche noi potevamo dire come la pensavamo su quello che era successo a ognuno dei personaggi presentati". (R.C.) "Dopo questo progetto, non ci fermiamo perché abbiamo lanciato un concorso dedicato a tutte le scuole d'Italia finalizzato a raccontare la mafia a fumetti - ha detto infine Pino Cassata -. Con nostra grande gioia la prima scuola che ha aderito è stata proprio di Palermo".

"Quando sono venuti a portarci in dono il fumetto che avevano realizzato - dice Maurizio Artale, presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro - abbiamo pensato che fosse importante invitarli proprio nel periodo di commemorazione del 26esimo del nostro beato Pino Puglisi. Tra l'altro, il recupero delle persone detenute e ciò che il nostro centro ha fatto in questi ultimi vent’anni sia dentro che fuori al carcere è in perfetta continuità con quello che faceva con Pino Puglisi. Abbiamo tanti operatori detenuti in esecuzione penale esterna a cui ogni giorno diamo fiducia e responsabilità. Il cambiamento e la crescita reale dei detenuti parte soltanto dalle possibilità che vengono offerte loro dentro e fuori dal carcere". "Questo progetto è ancora una volta la conferma che, se imbocchiamo la strada giusta, il percorso ci porterà inevitabilmente ad unirci ed a creare legami forti e saldi con tante altre persone che credono nella costruzione del bene come p. Pino Puglisi - ha aggiunto anche Davide Minio volontario e coordinatore dei City Angels Palermo -. La cultura è senz'altro  la prima risposta per riconoscere il bene dal male e decidere da quale parte stare". Sempre nel pomeriggio, a piazzetta Beato Padre Pino Puglisi è stata anche inaugurata una fontana monumentale in presenza di Maurizio Artale presidente del Centro Padre Nostro e del vicesindaco di Palermo Fabio Giambrone.

"Circa 15.000 pellegrini vengono a visitare i luoghi di Padre Puglisi e a ognuno dovevamo offrire un bicchiere d’acqua – aggiunge Maurizio Artale -. La fontana quindi assume una funzione pratica  ma nello stesso tempo è anche un simbolo. E' un segno, infatti, che rimanda anche al sangue versato da padre Pino Puglisi nel luogo dove fu ucciso. Dalla sua morte, in 26 anni, sono nati tanti frutti e l'acqua, che ridona nuova vita, simbolicamente serve anche per innaffiare tutti questi frutti e donarci sempre la forza di andare avanti nella sua memoria". (Serena Termini) 

Fonte Redattore Sociale

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