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La scuola, il sogno di padre Puglisi. Vent'anni di presidio a Brancaccio

Il presidente del Centro Padre nostro: «Siamo riusciti ad aiutare tanti ragazzi»

data articolo 14/01/2020 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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La scuola, il sogno di padre Puglisi. Vent'anni di presidio a Brancaccio
Articolo del Giornale di Sicilia

Festa per l’anniversario, la storia di don Pino rappresentata dal cunto di Piparo e con i pupi di Argento.

Osservano quel volto sorridente sui murales e nelle foto, lo vedono camminare tra di loro con le fattezze di un «burattino», lo considerano uno di famiglia, ma in realtà non lo hanno mai conosciuto. O forse hanno imparato a conoscerlo e apprezzarlo meglio di quanti lo ebbero davvero davanti in carne e ossa, senza riuscire a comprendere la portata rivoluzionaria della sua pedagogia e del suo ministero. Gli alunni dell’istituto comprensivo «Padre Pino Puglisi» vent’anni fa non erano ancora nati, ovviamente, meno che mai c’erano quando il parroco di Brancaccio e le famiglie del Comitato intercondominiale si misero intesta di bussare alle porte delle istituzioni per chiedere una scuola media per il quartiere. Siedono sorridenti e birichini nella grande agorà piena di luce e colori, realizzata all’ingresso della scuola in via Panzera, ascoltano il «cunto» del poliedrico e affabulatore Salvo Piparo e del puparo Nicola Argento, accompagnati dalle musiche di Michele Piccione, e non sanno di essere il frutto vivente di don Pino.
«Si, questa scuola rappresenta una sfida vinta, anzi una tappa della sfida che lo Stato sta vincendo. È sotto gli occhi di tutti il ruolo che ha svolto e svolge in questo quartiere» sottolinea Vincenzo Guarneri, al suo primo anno da dirigente scolastico nella scuola intitolata al parroco ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 e che fu suo insegnante al liceo classico Vittorio Emanuele II. Si ritrova a guidare l’istituto comprensivo «Padre Pino Puglisi» proprio in occasione del ventesimo anniversario dell’inaugurazione della scuola media. «Ma c’è tanto ancora da fare, occorre un intervento più efficace con i genitori, un maggiore coinvolgimento. Non è possibile che non si presentano neanche per le elezioni dei rappresentanti» è critico Guarneri. «Provate a immaginare cosa sarebbe oggi questo quartiere senza la scuola media-dice provocatoriamente Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro Ets-. In tutti questi anni,grazie a una stretta collaborazione tra il centro e la scuola Puglisi, siamo riusciti a salvare per i capelli tantissimi ragazzi che altrimenti avrebbero intrapreso ben altre strade. I casi più complessi ci vengono segnalati dalla scuola e noi, con gli operatori del centro, li prendiamo in carico, li prepariamo per affrontare da esterni gli esami e questi ragazzi fanno anche bella figura. Abbiamo bambini che hanno frequentato queste classi e che oggi sono musicisti, insegnanti, professionisti».
Il 13 gennaio 2000 il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e la moglie Franca, tenevano a battesimo questa scuola, simbolo di riscatto e rinascita per il quartiere, ma anche affermazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dove i bambini diventavano «riserva di caccia» per mafia e malaffare. Le autorità delle città erano tutte presenti, sindaco Leoluca Orlando in testa, ad accompagnare il Capo dello Stato. Non c’era, però, Alessandra Siragusa, colei che da assessore aveva seguito passo passo i lavori di quella scuola, «veniva a controllare il cantiere, chiedeva di apportare varianti in base alle esigenze che nascevano» ricorda il vicepreside dell’istituto Puglisi, Domenico Buccheri, memoria storica di una scuola nata come costola della Protonotaro, che aprì una succursale a Brancaccio e nel 1998 deliberò di intestarla al sacerdote ucciso dalla mafia. La Siragusa, scomparsa poi prematuramente sei anni fa, non c’era in quella giornata storica, perché era volata a Perugia a sostenere la prova scritta del concorso a cattedra per le materie letterarie. «Fu un grande dispiacere per lei non essere presente nel giorno dell’inaugurazione - racconta il padre, Gualtiero Siragusa -. Lei era innamorata di questa scuola e della testimonianza di padre Puglisi. Io sono qui, perché lei sarebbe stata felice di essere con voi».
È la storia che pezzo a pezzo si ricostruisce. I ricordi sono vivi in tutti coloro che hanno vissuto quel periodo. Scrivono messaggi sui social, promettono di essere presenti quando sarà allestita la mostra con le foto di questi venti anni in trincea e quando sarà organizzata una riunione straordinaria congiunta del primo collegio dei docenti dell’anno scolastico 1999/2000 e dell’attuale collegio dei docenti, a cui saranno invitati tutti i presidi che in questi due decenni hanno guidato l’istituto Puglisi. «Una ragazza mi ha contattato dicendomi: Professore, si ricorda di me? Sono la bambina che stringe la mano al Presidente Ciampi nella foto. Adesso sono professoressa di lettere in Piemonte – sorride Buccheri-. Ricordo che questi ragazzi, arrivati in terza media, furono ospiti di Ciampi e Veltroni a Roma. Partimmo col preside Gaetano Pagano, cinque giorni magici tra i palazzi delle istituzioni, un'esperienza che nessuno di noi e di loro ha dimenticato».

di Alessandra Turrisi

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