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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Da Tonini e Violante auguri al "Padre Nostro"

data articolo 29/01/2001 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo del Giornale di Sicilia
Articolo del Giornale di Sicilia

La Brancaccio che ha trovato il coraggio di spalancare le persiane e di mettere la testa fuori per condannare la mafia si ritrova in una domenica mattina nell'auditorium del "Centro Padre Nostro", fondato nel gennaio '93, per ricordare il suo martire. E sono passati dieci anni da quando don Pino Puglisi cominciò la sua missione nel quartiere, tra vicoli e casermoni di una fetta della città oggi cambiata anche grazie al suo impegno. Un impegno che gli costò la vita e che ieri mattina in tanti hanno voluto ricordare. Perchè il cambiamento nel quartiere si deve proprio a don Puglisi e a chi ha ereditato il suo esempio. Nel giorno della memoria attorno al tavolo del'auditorium intitolato a Giuseppe Di Matteo si sono riuniti, per prendere parte a un dibattito moderato dal giornalista Giovanni Chiappisi, il cardinale Ersilio Tonini, il presidente della Camera Luciano Violante, il ministro della Difesa Sergio Mattarella, il presidente della Commissione antimafia Giuseppe Lumia, il senatore di Forza Italia Enrico Pianetta, l'ex sindaco Leoluca Orlando, l'ex assessore alle attività sociali Giuseppe Bruno e, ovviamente, il parroco di Brancaccio Mario Golesano. "Il sacrificio di don Puglisi è servito per far rinascere questo quartiere e avviare un percorso di cambiamento -ha detto il cardinale Tonini -. Bisogna inculcare nei ragazzi l'attrazione verso don Puglisi rendendoli capaci di volere fare qualcosa, dando loro fiducia in se stessi. "O giovane che tu possa diventare quello che sei imparando", diceva Pindaro". "Ci stiamo cominciando a lavare la nostra coscienza nel sangue di padre Puglisi -ha detto padre Golesano citando le parole del cardinale Pappalardo durante il funerale di don Pino Puglisi -. Oggi a Brancaccio c'è più luce che tenebra. Per troppo tempo in questo quartiere porte e finestre sono rimaste chiuse. Ma adesso siamo tutti in strada e gioiamo di questo momento". E Violante ha ricordato il suo unico contatto con padre Puglisi. "Era il 1993 e quel sacerdote mi invitò a Brancaccio -ha detto - ma non feci in tempo a venire qui perchè don Pino fu ucciso prima. Gli chiesi cosa facesse in quel quartiere e mi rispose "insegno a dire per favore ai bambini". Un'espressione che mi colpì molto. Oggi molto è cambiato qui e il fatto che in questa sala ci siano più cittadini e meno giornalisti è il segno di una positiva normalità". "Brancaccio è la parabola di Palermo - ha affermato Leoluca Orlando -l'esempio di un profondo cambiamento. Ma il mondo si cambia mettendosi insieme, incontrandosi e sviluppando un progetto. Qui è stato sconfitto il nostro grande nemico: il signor "chi te lo fa fare?". Si è finalmente capito che il detto "chi nasce tondo non può morire quadrato" è una menzogna, che cambiare e migliorare si può". Il ministro Mattarella ha osservato che "il Centro è ormai parte integrante della storia di Palermo; il martirio di don Pino è stato come un chicco di grano che muore producendo molti frutti". E Lumia: "La lezione di don Pino è stata quella di non avere vergogna a raccontare se stessi. Per troppo tempo la paura di essere etichettati come mafiosi ha creato una passività nei comportamenti che ha reso più forti i mafiosi". Per Bruno e Pianetta, infine, l'impegno delle istituzioni nell'affrontare i problemi sociali da solo non basta: è necessario l'intervento del volontariato. Virgilio Fagone

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