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Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

A Brancaccio una "stellina" del cinema. Storia di Carla, attrice a dieci anni

Racconti dal set. La bambina, scelta da una troupe svizzera, sta per girare le ultime scene. E' contenta, ma sa che la sua vita non cambierà: da grande farò la parrucchiera.

data articolo 31/03/2004 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo del Giornale di Sicilia
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Né lotto ne totocalcio, stavolta a Brancaccio la fortuna si chiama cinema. Cade la stella e indica la casa di un friggitore ambulante che è il papà di Carla Mignosi, la bambina di dieci anni, quinta elementare, scelta da una troupe svizzera per girare il film "Ricordare Anna". Seguita da un educatrice del Centro Padre Nostro, Carla farà la parte di un quasi-angelo che accompagna un anziano svizzero nella terra di Danilo Dolci, fra Partinico, Palermo e Balestrate, alla ricerca della verità sulla storia d'amore e morte della figlia. Tragedia totale, in un film dove tutti i protagonisti muoiono di AIDS. Muore lei che è l'attrice Bibiana Beglau, Orso d'argento 2000 al festival di Berlino. Muoiono i suoi due bambini, e muore, il musicista siciliano Pippo Pollina. Ieri al Centro Padre Nostro. Carla sta in braccio all'assistente sociale e aspetta di girare le ultime scene a Partinico. Lo sa: il cinema non cambia la vita se hai un papà che gira a Brancaccio con la vespa piena di panelle e hai perso la mamma un anno fa. Però il cinema fa effetto. I compagni chiedono degli attori, il trucco, quanto ti pagano? La chiamata non è di quelle luccicanti che aprono carriere, lei è solo passeggera sul transatlantico illuminato, undici giorni di riprese e poi a casa. E a casa c'è la vita. "Ho tre fratelli, uno di 16, non so dove lavora, esce al mattino e torna la sera". "Mia sorella ha 14 anni e non va più a scuola, è casalinga, vuole fare l'estetista. Io voglio fare la parrucchiera". "Mio fratello fa la terza elementare, io lo accompagno a scuola". "Ho mia nonna, vado a mangiare da lei". "Mio padre vende panelle. Torna la sera, è stanco, guardiamo la televisione". "Un padre vedovo che segue i figli, che si preoccupa", dice la tutor di Carla, Rosalba Razzano, l'educatrice del Centro Padre Nostro che l'accompagna sul set. Ecco Come è arrivata al cinema. Un corso organizzato dal Centro Padre Nostro per quindici ragazzi, frequentano due anni in un ascuola svizzera a Troghen e poi tornano: due lavorano dagli argentieri D'Agostino, altri riassorbiti dal sistema Brancaccio, altri imparano un mestiere. Restano i collegamenti con Zurigo e telefona Mattias Von Gouten, amico di walter Deuber che è il regista di "Ricordare Anna". Cercano una ragazzina. Arrivano a Brancaccio, Carla è la più vivace e farà il cinema. Il papà è contento e pure la maestra "ma ha detto che dovrò studiare per gli esami". Al Centro di Don Pugliesi fanno già il titolo: "Una stella a Brancaccio". Poche migliaia di euro e non saranno più solo panelle per una famiglia di Brancaccio. Rosalba Razzano dice che col cinema "Carla ha uno stimolo personale e culturale, sul set è interessata, chiede, va in giro, cresce". Sarà la parrucchiera più spigliata di Brancaccio. Oggi conta i giorni di ripresa: non devono finire mai. "Sono dieci, non undici". E' un'autorità, tutti le chiedono "ma è proprio vero?" Lei è seria. Nei suoi occhi c'è il passato e il futuro. Sa che dopo il cinema sarà tutto come prima, solita vita di Brancaccio. "La nonna e i miei fratelli". La cugina: "Mi farà lavorare nel suo negozio di parrucchiera". Ci saranno le sere, "i cartoni animati che mi piacciono, quelli di Hamtaro: sono topolini che vincono sempre contro i gatti". Sa che vincerà anche senza il cinema e che a Brancaccio la vita non passa dalle panelle alle stelle.

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