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Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Una nuova intimidazione a Brancaccio. Nel mirino il centro «Padre Nostro»

data articolo 11/02/2003 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo del Giornale di Sicilia
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(rop) Ieri mattina i volontari hanno fatto la conta dei danni e delle devastazioni: "Porta distrutta, controsoffitto divelto, pietre, vetri rotti e fango dappertutto". Questo ll secco bilancio di Maurizio Artale che, per primo, si è trovato davanti all'ennesimo sfacelo organizzato da un gruppo di vandali che ha preso di mira l'auditorium "Giuseppe Di Matteo", un presidio di legalità a Brancaccio. Un quartiere difficile che è terra di conflitti irrisolti e nel quale un sacerdote, don Pino Puglisi, è morto lottando contro la mafia. L'auditorium vandalizzato è gestito dal centro "Padre Nostro" retto da don Mario Golesano. Il nome ricorda il sacrificio del ragazzo, figlio di mafiosi, ucciso e sciolto nell'acido. Non è la prima volta che la struttura finisce nel mirino. "Cinque anni fa -racconta Artale, uno dei volontari del Centro e tra i collaboratori più stretti di don Golesano -hanno fatto altri danni e hanno rubato i computer. Poi, appena qualche mese fa, qualcuno ha spaccato tutti i vetri. Oggi, questo ennesimo episodio". Chi è stato? Si possono avanzare solo ipotesi. Sul caso, che ha il sapore di un'intimidazione, è stata avviata un'indagine dalle forze dell'ordine per tentare di inquadrare la vicenda in un preciso contesto. A Brancaccio la paura è una certezza: "Ci sentiamo nell'occhio del ciclone - dice Artale -. Sì, abbiamo paura. Questa concatenazione di fatti non può essere casuale. L'ufficio Pubbliche relazioni del Comune che è a un passo non è stato nemmeno toccato. Niente, neanche un graffio. Tutto fa pensare che si sia trattato di un gesto contro di noi". In più di un'occasione, i volontari di don Golesano hanno denunciato presenze indesiderate dalle parti dell'auditorium "Di Matteo", in più di una circostanza hanno sollecitato una maggiore attenzione. "Molti ragazzi si riuniscono lì, di sera. E fanno, quello che vogliono - continua Artale -. La zona è molto buia, nessuno vede niente". E, anche inquesto caso, nessuno ha visto. I vandali hanno agito con ogni probabilità nella notte tra sabato e domenica, quando si sentivano più sicuri - così dice chi conosce bene le usanze delle borgata-. Sono entrati in azione e hanno spaccato tutto. Pietre e ciottoli sono stati trovati accanto al muro sbrecciato e davanti alla porta abbattuta. Intorno vetri e infissi rotti. Qualcuno ha divelto il controsoffitto. Altri hanno sparso mandate di fango all'interno. Un disastro. I volontari hanno presentato immediatamente una denuncia alla caserma dei carabinieri. Un grido d'allarme disperato e impaurito contro i fantasmi che sono tornati a colpire, devastando un altro simbolo del cambiamento a Brancaccio. Sfregiando la memoria di un ragazzo assassinato. E sciolto nell'acido.

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