Si fa sera
nei vicoli inquieti
mentre ancora tintinna
il carilon del casellante
e un altro tre sferragliando,
taglia di netto
spessori di cemento
in quel silenzio di dannati.
Dalla chiesa rinnovata
di lassù….
lentamente rintocca
una campana,
per chi ancora vuol capire….
gli ricorda cosa vuole.
Ritto: sul annerito
piedistallo avvolto dall’incuria
e mutilato da vandali infedeli,
San Gaetano; dolcissimo Padre….
fa la conta dei sui figli
e benedice chi ritorna
al proprio nido.
Poi tutto, come sparendo
per nera magia,
si cala nel treno buio
di un crepuscolo senza stelle-
e la gente come avvolta
da invisibile foschia sparisce
come inghiottita sotto
quella coltre di fango….
che si chiama PAURA!
Quel lampione
che ancora non è rotto….
ora illumina soltanto
montagne di fetore,
e pudriti cassoni rovistati
da ratti, orripilanti
che dominano la scena….
nella notte dei vincenti!
Ma gia è notte,
ora dorme pure….
Via brancaccio, incatenata
nel suo groviglio
di tormenti.
Si: ora con il giusto….
Dorme il lupo….nella tana.
Dorme il verme….nel letame.
Dorme l’uomo d’onore….nel suo letto di pietra.
Dorme l’uminicchiu….nel suo letto di spine.
Dorme ‘u quaqquaraqua….nel suo letto latrina.
Ma proprio quest’ultimi,
perché? Prima che l’alba
li possa svegliare….
Tutti, sono già svegli?
E perché?....
Tutti hanno lo stesso incubo
I dannati di Brancaccio!
Poi loro stessi capiscono,
tutti sognano sempre
Padre Puglisi!
e forse, ora piangono.
Tutti ora tremando….
sognano a Brancaccio
Padre Puglisi.
Padre Puglisi:
Gloria per te
nelle grazie del SIGNORE.
Gloria per tè….
per la speranza d’amore
che ci hai lasciato
in questa terra di dolore.
Terra….dei sogni impossibili
che anch’io ho tradito
come sai Padre.
E mentre ancora
fiero di te,
fortemente al mio cuore
ti abbraccio….
ti ricordo il mio dramma:
anch’io sono nato
in Via Brancaccio!
Anch’io.
|
Segnala |