Il centro Padre Nostro porta per la prima volta a Roma 35 ragazzi di Brancaccio

Il centro Padre Nostro porta per la prima volta a Roma 35 ragazzi di Brancaccio
Un'esperienza tra istituzioni, cultura e divertimento per i giovani viaggiatori, possibile grazie ad alcune donazioni e alla vicinanza del comandante generale dei carabinieri
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"Sono contenta di avere fatto questa esperienza perché prima non avevo amici. A Roma mi sono trovata bene con tutti: compagni, educatori, suore e carabinieri. La parola per riassumere i miei otto giorni è amore. E l'ho portato tornando a Palermo". Anita ha 12 anni e insieme a Gabriele, Jerry, Giorgia, Denise, Bernardo e Nunzio racconta il primo viaggio della sua vita. Fanno parte del gruppo di 35 ragazzi del quartiere Brancaccio (tra i 10 e 19 anni) che sono andati nella capitale per il progetto Punta in alto del Centro di Accoglienza Padre Nostro, fondato quasi trent'anni fa da don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993. Otto giorni, dal 14 al 21 giugno, per fare vivere un'esperienza formativa a ragazzi che, spesso, hanno poche possibilità di conoscere la realtà che li circonda. Soltanto uno di loro, il più grande, era già stato in un'altra città - proprio a Roma - ma per un motivo: aveva fatto visita al padre che si trova nel carcere di Rebibbia.

Un'esperienza tra istituzioni, cultura e divertimento per i giovani viaggiatori, possibile grazie ad alcune donazioni e alla vicinanza del comandante generale dell'Arma, Teo Luzi. I carabinieri hanno infatti accompagnato il gruppo per le vie di Roma e la loro presenza è stata ben accolta da genitori e ragazzi di un quartiere dove spesso la divisa è vista negativamente: "Con loro al nostro fianco ci sentivamo importanti", dicono i ragazzini che hanno fatto visita al comando 4° Reggimento a cavallo e, per la prima volta, hanno preso un aereo. Come è stato volare? "Bello, perché abbiamo visto Roma dall'alto - rispondono -. L'unico problema sono state le orecchie che ci facevano male".

Tra i luoghi visitati sono stati al Quirinale dove "purtroppo - spiegano - non abbiamo potuto incontrare Sergio Mattarella, ma abbiamo visto la sua stanza. La nostra associazione però è stata citata dal Papa durante l'Angelus domenicale". I ragazzi hanno comunque incontrato due sportivi, la pallavolista Veronica Angeloni e l'ex attaccante del Palermo Luca Toni: "È altissimo - racconta Bernardo, 14 anni -. Ci ha parlato della sua infanzia, quando giocava a pallone in strada con gli amici e poi la sua carriera da calciatore". Hanno anche mangiato la porchetta dell'imprenditore Raffaele Venditti: "Ha dato ai ragazzi la sua disponibilità per un futuro stage in uno dei suoi ristoranti", dice Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro. Tra le altre visite nel tour romano ("così intenso che poi morivamo di sonno!", dicono) i Musei Vaticani, Castel Gandolfo e Villa Borghese. Poi spazio al divertimento di Cinecittà World tra montagne russe, labirinto del terrore e cinema volante.

Alla fine dell'incontro arriva la classica domanda: cosa volete fare da grandi? Classica anche la risposta da parte dei maschi: il calciatore. Però Bernardo e il dodicenne Gabriele dicono il cuoco. A Roma, tra l'altro, hanno anche scoperto la vera carbonara. Jerry, 13 anni, invece vorrebbe fare il commissario di polizia, mentre Anita dice: "Io l'avvocatessa!". Lei è l'unica a preferire Roma, invece per Gabriele "Palermo è la città più bella del mondo". Secondo Bernardo, "nonostante la mafia e altri problemi, Palermo è comunque bella". Tutti in ogni caso vorrebbero ripetere la recente esperienza nella capitale o in altre città. "All'inizio non ci conoscevamo e magari qualcuno non aveva molta simpatia per l'altro - spiega Denise, 14 anni -. In questo primo viaggio abbiamo imparato a convivere, socializzare e rispettarci".