Palermo | 18/07/2025 | 05:59:28
Pagina Facebook Pagina Youtube Instagram Google Plus
Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Don Puglisi 31 anni dopo i suoi appelli dimenticati

Il parroco di Brancaccio scrisse cento lettere ai rappresentanti delle istituzioni Nel quartiere manca ancora una piazza nonostante le promesse

data articolo 15/09/2024 autore La Repubblica categoria articolo RASSEGNA
 
torna indietro
Don Puglisi 31 anni dopo i suoi appelli dimenticati
Articolo de La Repubblica

In molti l’hanno ormai dimenticato. Cento lettere scrisse don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio, prima di essere ucciso dalla mafia, il 15 settembre 1993. Nel corso di due anni, scrisse al sindaco, al presidente della Regione, al prefetto, al responsabile dell’Asp. Con i volontari del centro intercondominiale di via Hazon chiedeva una scuola media, un distretto socio sanitario, una biblioteca, una palestra, una chiesa, una piazza. Solo dopo la morte del sacerdote, venne realizzata la scuola media. Per tutto il resto, Brancaccio aspetta ancora.

Eccola, trentuno anni dopo l’omicidio di don Puglisi, la grande periferia oltre il fiume Oreto. Trenta commercianti della zona sono finiti indagati per favoreggiamento perché si ostinano a negare di avere pagato il pizzo, nonostante l’evidenza delle intercettazioni. Negano forse per paura dei boss tornati in libertà dopo aver scontato il loro debito con la giustizia? Sono tutti pericolosi: Giuseppe Folonari, Giovanni Asciutto, Nino Sacco, Gaetano Savoca,   Cosimo Fabio Lo Nigro e Paolo Alfano. Mafiosi di provata fede corleonese, da sempre fedelissimi di Totò Riina e di Giuseppe Graviano, il mafioso delle stragi che col fratello Filippo l’uccisione di don Puglisi.

Oppure, i commercianti negano perché preferiscono scendere a patti con i clan? Nell’uno e nell’altro caso, questa è davvero una brutta storia.

«Ricordare per davvero don Pino Puglisi vuol dire realizzare le sue idee, i suoi progetti per il cambiamento», dice Maurizio Artale, il presidente del Centro Padre nostro fondato dal parroco di Brancaccio.

«Invece, ancora oggi, ci ritroviamo a lottare per rendere più vivibile il quartiere». Nel 2018, il Centro consegnò all’allora sindaco Leoluca Orlando un bel progetto per realizzare una grande piazza per Brancaccio. Quel giorno, c’era anche il fratello di don Pino, Franco. «La piazza potrebbe finalmente collegare il quartiere con via Oreto, facendola uscire dalla dimensione del ghetto», dice ancora Artale. All’epoca la regione si era impegnata a finanziare l’opera, procedendo alla requisizione dei terreni. Ma non se ne fece nulla.

Pino Martinez, uno degli animatori del Centro intercondominiale di via Hazon, rilancia invece il profetto della nuova chiesa per il quartiere: «Uno dei grandi sogni di Puglisi, nel 2013 era stata anche posta la prima pietra – dice – due più tardi i lavori subirono un brusco e definitivo stop».

Martinez racconta dei progetti del parroco ucciso: «Pensava non solo a una chiesa, anche a un grande spazio in cui la comunità avrebbe potuto incontrarsi». Ma Brancaccio resta ancora una periferia dimenticata.

Stasera, alle 18, l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice presiederà una messa solenne in Cattedrale, in ricordo del sacerdote ucciso dalla mafia che la Chiesa ha fatto beato.

di Salvo Palazzolo


L’impegno di Artale a Roma. Un passo verso la normalità

La lotta alla mafia e a tutte le forme di criminalità organizzata è fatta di normalità, di esempi concreti e di opera tangibili, di ostinata quotidianità nella ricerca delle risposte da dare ai cittadini. Il centro Padre Nostro di Brancaccio fondato da Don Pino Puglisi, ucciso 31 anni fa dai mafiosi del quartiere, rappresenta un presidio dove trovano sintesi tutti i caratteri genetici della lotta a Cosa nostra. Ma era ed è necessario che il “centro” potesse contare sulla possibilità di essere “dentro” le istituzioni per seguire da vicino ed essere motore di tutte le sue istanze.

L’incontro con Maurizio Artale, scelto e accolto dai fratelli del Beato come il “fratello più piccolo della famiglia Puglisi”, ha dato sostanza a questa esigenza. Artale da oltre trent’anni segue il centro di accoglienza e ne è il presidente dal 2011. Ho voluto che fosse messo in condizione di svolgere la sua opera come anello di congiunzione tra la Sicilia e Roma e per questo gli ho chiesto e ha accettato di far parte del mio staff presso la Camera dei Deputati. Questa collaborazione che si nutre della sua travolgente e instancabile passione ha già iniziato a dare i suoi frutti, serve soprattutto a dare linfa a quella normalità che è il vero antidoto contro i soprusi: inizia dalle piccole cose, dai bisogni minimi e arriva fino ai temi che costruiscono la serenità sociale di una famiglia. E dunque formazione, lavoro, assistenza sanitaria sono i pilastri da costruire sul territorio in quella ostinata quotidianità che è precondizione di legalità. È il lascito di Don Pino Puglisi e oggi che ricordiamo il suo martirio l’interrogativo è se quel chicco di grano rappresentato da Don Pino abbia germogliato. L’opera del centro di accoglienza Padre Nostro fondato proprio da don Puglisi nel 1991, sottolineo ancora, rappresenta insieme l’esempio e la modalità in cui tendere per costruire in territori ritenuti storicamente in partibus infidelium modelli di sviluppo e legalità. Si deve al Centro essere riusciti a dare un volto nuovo a Brancaccio grazie alla creazione di quei pilastri di cui si diceva prima: scuole, centri polivalenti sportivi, casa di accoglienza per donne vittime di abusi e per detenuti, sportelli integrati territoriali, centri per anziani.

Di qui a poco sarà inaugurato il poliambulatorio di prossimità, altra perla incastonata grazie alla determinazione dei responsabili del centro. È intorno a questi pilastri, fatti di opere concrete, che si realizza la quotidianità equivalente alla serenità di cui si parlava. Perché significa cultura della legalità che con scuole, formazione, sport previene il rischio che la criminalità organizzata “rapisca” giovani e meno giovani dal territorio. Un’attività che mette in necessariamente al centro la persona, il singolo individuo, e ha capacità di seguirlo, formarlo, realizzare il suo “progetto” di vita. Davanti a questo esempio che si nutre dell’opera di professionisti e volontari quale deve essere il compito delle istituzioni?

Non intralciare, innanzitutto. Ma anzi facilitare, accompagnare e dare linfa a quest’opera. Ho toccato di recente con mano la sensibilità di diverse articolazioni dello Stato – oltre che del Comune e della Regione – per agevolare questo percorso, dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali oltre naturalmente al ministero dell’Interno o a quello della Giustizia. Ora che il presidente del Centro potrà seguire ancor più da vicino le necessità del quartiere abbiamo compiuto un altro passo verso quella normalità così normale e paradossalmente così straordinaria che predicava Don Pino Puglisi.

vicepresidente della Camera dei deputati

tag XXXI anniversario tag martirio tag padre pino puglisi segnala pagina Segnala commenta articolo
Commenta
       

ARTICOLI CORRELATI
articolo correlato Il sindaco Lagalla: «Eredità da non disperdere»
Schifani: «Il centro di accoglienza Padre Nostro rappresenta una luce di speranza»
16/09/2024
articolo correlato La memoria di don Pino vive ancora «Nelle opere il frutto del suo lavoro»
Il 15 Settembre 1993, veniva ucciso il parroco di Brancaccio. Il presidente del centro "Padre Nostro", Artale: Puglisi ci ha insegnato a rialzarci. Dalla casa per le donne all’asilo, tanti i progetti
15/09/2024
articolo correlato È il giorno di Pino Puglisi, si celebra anche l’Anno pastorale. Il percorso della diocesi dopo il 400° Festino e il giubileo rosaliano
Il ricordo del martirio del sacerdote assassinato nel 1993 da Cosa nostra: alle 18 la celebrazione in Cattedrale, preside Lorefice
15/09/2024
articolo correlato Con gli ultimi di Padre Puglisi. A Palermo la struttura fondata dal beato è un riferimento per bambini, donne e detenuti
Settimanale N°36 - Domenica 8 settembre 2024 – Anno XCIV - CHIESA IN USCITA - PER LE VIE DEL MONDO
08/09/2024
articolo correlato 31° Anniversario del martirio del Beato Giuseppe Puglisi
Programma delle manifestazioni
04/09/2024