Oltre tre decenni non scalfiscono il ricordo del sacrificio del prete di frontiera chiamato 3P. La memoria di padre Pino Puglisi, la gratitudine per quanto ha fatto e l’eredità che ha lasciato varcano i confini della sua terra. Impossibile sintetizzare in queste righe la valanga di messaggi che gli rendono omaggio.
Per il sindaco Roberto Lagalla «la gentilezza e la tenacia di padre Pino Puglisi, a 31 dalla sua uccisione per mano mafiosa, restano ancora oggi un’eredità da non disperdere. Togliendo i giovani dalla strada ed educandoli alla legalità, ha combattuto a suo modo Cosa nostra. Il mio sentito ringraziamento va al Centro Padre Nostro che oggi nel quartiere di Brancaccio è la realtà che porta concretamente avanti l’esempio del Beato Puglisi. Le istituzioni – aggiunge il sindaco – devono accompagnare il Centro di accoglienza perché realizzare i progetti di padre Puglisi è il miglior modo per onorarne la memoria».
Anche il presidente della Regione Renato Schifani sottolineare l’importante ruolo che svolge il Centro di accoglienza Padre Nostro «che rappresenta una luce di speranza in un territorio ferito, promuovendo quotidianamente valori di solidarietà, inclusione e legalità». «Don Pino - dice il governatore – è stato una guida spirituale e morale per tutta la comunità di Brancaccio e per la Sicilia intera e il suo martirio rappresenta ancora oggi un monito contro l’oppressione mafiosa e una fonte di ispirazione per quanti combattono per un futuro migliore».
Pure il ministro dell’interno Matteo Piantedosi rimarca che «è più che mai vivo il ricordo della sua instabile opera a difesa dei giovani e dei più svantaggiati. Una missione che il sacerdote portò avanti sempre con coraggio, promuovendo spazi di incontro e di crescita per contrastare l’influenza che la criminalità organizzata voleva esercitare sul territorio».
«Don Pino Puglisi – afferma il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana – ha testimoniato la fede nei fatti, lasciando segni tangibili e fecondi del suo operato. Oggi Beato Puglisi non si limitò a predicare il bene, scelse di vivere il suo messaggio, battendosi per la legalità con straordinario coraggio».
«Il suo sacrificio, ancora oggi, è un esempio di fede e coraggio», scrive sui social il presidente del Senato Ignazio La Russa che aggiunge: «Con il sorriso, ha insegnato la legalità e sottratto tantissimi giovani alla criminalità».
«Ricordare don Pino Puglisi- affida il suo messaggio a Instagram Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare antimafia – è un dovere morale e sociale verso un uomo di fede che, attraverso il riscatto sociale, ha scelto di dare al quartiere Brancaccio di Palermo, un’alternativa alla criminalità organizzata. La mafia ha ucciso don Pino in strada, dove ogni giorno incontrava ragazzi, adulti, anziani. Ha mostrato a tutti, indistintamente, il volto della speranza cercando di dare un futuro a chi, come lui, non si arrendeva alla criminalità, ai soprusi e alle violenze»
R.E.
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