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Sacerdoti e associazioni "Periferie abbandonate e giovani dimenticati"

data articolo 04/09/2024 autore La Repubblica categoria articolo RASSEGNA
 
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«Per Borgo Nuovo sono arrivate solo promesse dalla politica – denuncia il parroco Antonio Garau, voce coraggiosa della Chiesa di Palermo – quali progetti sono stati messi in campo per i nostri giovani? La verità è che le periferie sono abbandonate e i ragazzi si riversano in centro, trasformato ormai in un’arena».

È un grido d’allarme, l’ennesimo, che arriva da chi opera ogni giorno nelle periferie di Palermo. Maurizio Artale, presidente del centro Padre nostro di Brancaccio, parla di “punto di non ritorno”: «La situazione della violenza giovanile in città è arrivata ormai a un livello insopportabile – dice – e non è certo solo un problema di polizia. Bisognerebbe che tutti facessero proprio il metodo di don Pino Puglisi, che aveva un’attenzione speciale per i giovani. Andando per le strade del quartiere, ascoltandoli. E poi, attivando per loro tante iniziative».

Invece, Palermo attende ancora i centri aggregativi per i giovani. Il bando è stato pubblicato alcuni mesi fa, il Comune sta valutando le proposte. Ma è già un progetto monco, perché i gruppi di volontari più importanti di Palermo, quelli maggiormente radicati nel territorio, non hanno presentato domanda. Evidentemente mostrando di non condividere le impostazioni del bando, che prevede centri per un’utenza da 0 a 17 anni, una fascia troppo vasta e diversificata. Il terzo settore chiedeva invece un’attenzione più specifica e maggiori risorse per il lavoro con gli adolescenti, la vera frontiera della crisi oggi, non solo a Palermo.

«Dobbiamo tornare ad ascoltare i nostri giovani, che hanno ormai un linguaggio diverso – insiste don Garau – questa la sfida per l’intera città. Invece, spesso, le istituzioni hanno un passo troppo lento» Il parroco di San Paolo non usa mezzi termini: «Per parlare con un’assistente sociale ci vogliono sei mesi. Le forze dell’ordine fanno un gran lavoro, ma sono in numero troppo esiguo e in questa parte di città il controllo del territorio è ridotto al minimo.

Noi non ci arrendiamo, abbiamo un oratorio che si occupa a tempo pieno di 35 bambini, ma non abbiamo mai avuto un solo euro dal Comune o dalla Regione. Devo ringraziare invece la provvidenza, che opera attraverso tanti palermitani di gran cuore. L’anno scorso sono arrivati anche gli studenti del liceo Umberto per aiutarci nelle attività di doposcuola.

«È la Palermo che non si rassegna alla violenza e si organizza per sostenere i più giovani. 
«Purtroppo alcuni li abbiamo persi e sono finiti nel circuito criminale».

Nei mesi scorsi, la procuratrice per i minori Claudia Caramanna ha lanciato un allarme ben preciso dalle pagine di questo giornale: «L’impegno per i nostri giovani non può riguardare solo le forze dell’ordine e la magistratura», ha detto: «È necessario un impegno corale di tutte le istruzioni e della società civile». Anche perché i numeri parlano chiaro, siamo di fronte a un incremento della criminalità minorile. Ha spiegato ancora la dottoressa Caramanna: «Nel 2023, abbiamo registrato un aumento del 21 per cento nelle iscrizioni delle notizie di reato. Erano 2546 gli indagati nel 2022, sono diventati 3199 l’anno scorso».

«La politica sta sottovalutando il fenomeno- dice Francesco Di Giovanni, storico animatore del Centro Tau di Danisinni- mancano gli educatori, e invece c’è la necessità di attuare progetti educativi sul territorio destinati soprattutto agli adolescenti».  Anche il Centro Tau non ha il sostegno pubblico: «Se non fosse per Save the Children- dice Di Giovanni- il centro non esisterebbe».  Il nodo è quello dei rapporti fra pubblico e privato, che troppo spesso non dialogano, di sicuro non elaborano una strategia comune di intervento per i giovani. Don Garau accusa «Il vero problema per Borgo Nuovo è l’indifferenza di tutta la città nei confronti del quartiere». Borgo Nuovo continua ad essere metafora di tutte le periferie dimenticate da Palermo. 

di Salvo Palazzolo


Movida di paura

L’escalation 
Risse, furti, rapine, spaccio nelle strade del centro storico. Le notti di Palermo sempre più pericolose. Il governo assicura cento vigili in più: ma ne mancano 874.

L’allarme 
I sacerdoti e le associazioni denunciano l’assenza di progetti per i giovani delle periferie. I residenti chiedono presidi fissi di polizia

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