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Gli studenti di Ancona in gita minacciati a Brancaccio

data articolo 07/04/2025 autore La Repubblica categoria articolo RASSEGNA
 
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Due tredicenni di Brancaccio hanno minacciato un gruppo di studenti e professori di un liceo di Ancona in visita a uno dei luoghi simbolo della lotta alla mafia della città: la Casa museo del beato Giuseppe Puglisi. Si sono avvicinati con i coltelli ai ragazzi che sono scappati e hanno deciso di lasciare la città. «Una sconfitta -dice Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza Padre nostro di Brancaccio – Ho chiesto al sindaco Roberto Lagalla a scrivere una lettera al preside della scuola di Ancona invitando i ragazzi a tornare»

Studenti in gita minacciati a Bancaccio

I ragazzi di Ancona erano al museo del Beato Puglisi Artale: “Una sconfitta Ho chiesto al sindaco di invitarli a tornare”

Che ci fate qua? Perché non ve ne andate?». Con queste domande, pronunciate in dialetto stretto, e due coltelli bene in vista, l’altro ieri pomeriggio, due tredicenni di Brancaccio hanno minacciato un gruppo di studenti e professori in arrivo dal liceo Rinaldini di Ancona per visitare uno dei luoghi simbolo della lotta alla mafia della città: la Casa del beato Giuseppe Puglisi. Si sono avvicinati con i coltelli ai ragazzi che avevano già finito il tour che a quel punto sono entrati di corsa dentro il museo a chiamare tutti gli altri per correre insieme verso il pullman parcheggiato poco distante e lasciare la città prima di ultimare il giro previsto negli altri luoghi di Brancaccio segno dell’opera di Puglisi.

«Una sconfitta -dice Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza Padre nostro di Brancaccio che gestisce il bene della Casa museo – Ho chiesto al sindaco Roberto Lagalla a scrivere una lettera al preside della scuola di Ancona invitando i ragazzi a tornare. Dopo quello che è successo, penseranno che a Palermo non è cambiato nulla dopo la morte di Puglisi , invece tante cose sono cambiate. Dico sempre che questi ragazzini che si sentono impuniti dobbiamo prenderli per salvarli, proprio come voleva Puglisi, Ancora si perde tempo per costruire l’asilo nido nel quartiere». Dal canto suo Lagalla ha espresso «ferma condanna per l’accaduto » e ha espresso «il ringraziamento al prefetto che si è attivato per individuare i responsabili di questo gesto vigliacco ».

Ogni anno alla Casa museo arrivano 15mila: l’80% sono ragazzi delle scuole. «Quello che è accaduto è grave- scrive in una nota il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè -perché sintomatico di un’allergia che ancora persiste verso lo stato in alcuni abitanti del quartiere. Questa “allergia” va combattuta con interventi di prevenzione sociale. Il prefetto di Palermo mi ha assicurato che il Comitato per l’ordine e la sicurezza si occuperà della vicenda già la prossima settimana, mentre proseguono le indagini per identificare i ragazzi responsabili».

A condannare i fatti anche il direttore dell’ufficio scolastico regionale Giuseppe Pierro.« Episodi come questi gettano discredito su un’intera città, sempre pronta ad accogliere chi la sceglie come meta privilegiata dei viaggi d’istruzione-dice Perro-Alla scuola di Ancona va la solidarietà della comunità scolastica siciliana e mi auguro che questo spiacevole episodio non offuschi in loro l’immagine della Sicilia sana. Mi auguro che in futuro possano tornare ad apprezzare nuovamente le bellezze dell’isola e del suo capoluogo e che un sempre maggior numero di studenti venga a visitare i luoghi in cui ha operato con coraggio il Beato Puglisi».

di Claudia Brunetto

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