«Chi ci vinistivu a fari cca? Picchì nun vinnì tornati unni siti vinuti?». Parole e atteggiamenti minacciosi da parte di un gruppo di ragazzini che giovedì hanno accerchiato studenti e insegnanti del liceo Rinaldini di Ancona in visita alla casa museo del Beato don Pino Puglisi, a Brancaccio. Secondo quanto riferito dai responsabili del Centro di Accoglienza Padre Nostro, il branco avrebbe anche mostrato i coltellini in segno di sfida intimando ai coetanei di lasciare subito il quartiere. La scolaresca impaurita è tornata precipitosamente verso pullman in sosta in via dei Picciotti ed è andata via. Il prefetto convocherà per la prossima settimana il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica mentre sono in corso le indagini per identificare i responsabili .
L’episodio è l’ennesima ferita inferta a un luogo, simbolo dell’impegno civile e religioso di don Puglisi, che ogni anno accoglie migliaia di visitatori e che continua a rappresentare un presidio di legalità nel cuore di una zona difficile della città.
«Con animo triste ed inquieto, non possiamo non rilevare una svolta pericolosa ed evidente, quando dalla possibilità di arrecare danno alle cose si passa alla possibilità di fare del male alle persone, che vengono in tal modo deumanizzate», ha dichiarato il presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro, Maurizio Artale. «Riteniamo che questi episodi vadano ben oltre la fisiologica rabbia adolescenziale» e «non possano essere derubricati a ragazzate».
Netta la condanna del sindaco Lagalla «per i vili e ingiustificabili atti intimidatori subiti dagli studenti e dagli insegnanti del liceo Rinaldini» sottolineando «quanto sia importante potenziare la rete di azioni di prevenzione sociale a supporto di realtà come quella del Centro Padre Nostro». Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, Giuseppe Pierro, ha ricordato che fatti come questi «gettano inevitabilmente discredito su un’intera città sempre pronta ad accogliere chi la sceglie come meta privilegiata di viaggi di istruzione». L’assessore regionale all’Istruzione, Mimmo Turano, si è detto pronto «ad incontrare e accogliere di persona» gli studenti e gli insegnanti di Ancona che «saranno sempre i benvenuti in Sicilia». Il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, ha definito l’accaduto «grave perché sintomatico di un’allergia che ancora persiste verso lo Stato in alcuni abitanti del quartiere». Ha poi annunciato che «il prefetto Massimo Mariani – al quale va il plauso per l’azione di impulso incessante di contrasto alla criminalità – mi ha assicurato che il comitato per la sicurezza si occuperà della vicenda già la prossima settimana». A chiudere il coro di reazioni la segretaria generale della Cisl Palermo Trapani, Federica Badami: «Non ci rassegneremo mai al fatto che ci siano nella nostra città ragazzi, appena adolescenti, che sentono il bisogno di insultare e minacciare con coltellini in mano, un gruppo di studenti con i loro insegnanti provenienti da Ancona, in visita alla Casa Museo del Beato Padre Pino Puglisi».
di Fabio Geraci
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