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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
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Scuola al via, l’assessore ai bimbi: non siate vigliacchi né prepotenti

Cerimonia d’apertura alla «Don Puglisi», Centorrino si siede a terra in mezzo agli alunni

data articolo 16/09/2011 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo del Giornale di Sicilia
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Lacrime di emozione nella scuola di Brancaccio. I bambini intonano musiche di benvenuto, mentre fuori le forze dell’ordine setacciano il quartiere alla ricerca dei covi del boss. Quei bambini col cappellino rosso che cantano a squarciagola «Fratelli d’Italia» non hanno mai conosciuto don Pino Puglisi. Hanno letto il suo nome sulla facciata della scuola, hanno visto il suo busto di bronzo all’angolo tra via Conte Federico e via San Ciro, hanno visto la sua fotografia all’interno della parrocchia. Ma chi fosse quell’uomo dalle orecchie grandi e il sorriso dolce non lo saprebbero proprio dire. E allora ci pensano il sacerdote, il preside, gli insegnanti a tracciare la figura di quel «santo» di Brancaccio, «che avrebbe detto “è bello stare qui con voi”- dice il parroco di San Gaetano, Maurizio Francoforte - . perché questo quartiere non deve essere ricordato solo per le cose brutte che succedono, ma anche per le cose belle che ha, cioè voi. E gli occhi dei genitori e degli insegnanti diventano lucidi e il primo giorno di scuola si trasforma in una festa. Viene inaugurato così il nuovo anno scolastico regionale, in un luogo simbolo dell’educazione in città, l’istituto comprensivo Padre Pino Puglisi di via Panzera, nella pancia di Brancaccio, a un passo da via Hazolino Azon, mentre le forze dell’ordine setacciano il quartiere in cui hanno individuato uno dei covi dell’ultimo boss finito in manette. Sono presenti, fr a gli altri, l’assessore regionale alla Pubblica istruzione, Mario Centorrino, il provveditore regionale delle carceri Maurizio Veneziano, il capitano Gabriele Mattioli del comando provinciale dei carabinieri, il dirigente del commissariato Porta Nuova, Fausto Pillitteri, e il funzionario della prefettura Eleonora Di Giovanni. Un anno che inizia con mille problemi e nodi da sciogliere, dalle classi troppo numerose ai tagli alle cattedre e ai posti di bidello e assistente amministrativo, dal ritardo nella nomina degli insegnanti di sostegno ai plessi ancora chiusi per lavori. Ma i prof non si arrendono e le famiglie pretendono istruzione ed efficienza. «L’esempio di padre Puglisi continua ad essere vivo in tutti noi, ma soprattutto negli operatori della suola che conducono la loro missione fra gli studenti nel ricordo del suo costante impegno contro la criminalità e della tenace volontà dimostrata nell’aver voluto coltivare la cultura della legalità e la pulizia morale», afferma Centorrino, prima di trasformarsi in «nonno», sedersi per terra coi bambini tutt’intorno, facendo promettere loro che cresceranno «né vigliacchi, né prepotenti», consapevoli che «la mafia non è affatto una cosa buona». I bambini dell’orchestra e del coro della Puglisi fanno risuonare la scuola di note allegre eseguite con maestria e disciplina. «Essere qui significa continuare la realizzazione del sogno per cui don Puglisi aveva lottato da parroco di questo quartiere – ricorda Vincenzo Dimino, preside della scuola – Don Puglisi continua a vivere quale espressione della volontà di riscatto di questo quartiere, che deve partire dalla crescita sana di questi ragazzi, a cui bisogna insegnare prima di tutto il rispetto di sé». Al suo fianco il vicepreside Domenico Buccheri, l’ex dirigente scolastico Benita Licata, la vicepresidente del Centro Padre Nostro, Maria Pia Avara. «Il nostro obiettivo è quello di sviluppare nei ragazzi la capacità di pensare con la propria testa – afferma la Avara -. Era questo uno dei valori universali di Don Puglisi». Alessandra Turrisi

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