Venerdì mattina incontrerà il prefetto Antonella De Miro per parlare della «sua» Brancaccio, Maurizio Artale, il presidente del centro Padre nostro, minacciato da una parente del boss Antonino Lauricella. Metterà sul tavolo tutti i progetti pensati per il quartiere. Vuole parlare solo di bellezza, Artale, e dice di aver già messo da parte la brutta esperienza di martedì scorso quando un uomo è entrato al centro Padre nostro e gli ha urlato: «Se buttano giù casa mia, io ti ammazzo», riferendosi a un immobile abusivo di due stanze, che si trova nel grande terreno che ospiterà il 15 settembre la visita di papa Francesco, che dovrebbe diventare un parcheggio nei giorni della visita del pontefice e poi «la piazza che il quartiere non ha mai avuto in cui fare dei concerti, rappresentazioni teatrali e dove realizzare la vampa di San Giuseppe». Dice di non aver paura Maurizio Artale, da venticinque anni impegnato in una parte di città «dimenticata» e l’incontro in prefettura va proprio in questa direzione. «Il prefetto mi ha chiamato in segno di solidarietà – dice - il tavolo tecnico su Brancaccio era già previsto, è stato anticipato dopo quello che era successo. Con noi ci sarà pure il sindaco Leoluca Orlando». Alla solidarietà del sindaco, tra le prime ad arrivare, se ne sono aggiunte tante altre tra cui la fondazione Giovanni Paolo II, la fondazione Antonino Capponnetto e la Cgil di Palermo. Maria Mattarella, figlia di Piersanti «si è messa a disposizione per far realizzare alcuni spettacoli a Brancaccio», mentre l’arcivescovo Corrado Lorefice ha inviato ad Artale una lettera in cui scritto di «non mollare». E di mollare, Maurizio Artale, non ne vuole proprio sapere.
di Giada Lo Porto
piazza | brancaccio | intimidazioni | Segnala | Commenta |
Solidarietà della Regione al centro Padre Nostro L'INTIMIDAZIONE 10/07/2018 |