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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
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La Casa, un diritto per tutti?

data articolo 05/06/2010 autore Maurizio Artale categoria articolo COMUNICATI
 
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Siamo molto lontani dal tempo in cui nel 1511 un facoltoso proprietario e banchiere della città di Ausbourg (Germania) inventò e costruì i primi alloggi per uso popolare gratuito, si chiamava Fugger Jakob. Egli seppe unire l’interesse personale allo scopo sociale. La sua idea in fondo da origine agli sgravi fiscali che ogni governo elargisce a chi investe nel sociale a favore delle classi disagiate e svantaggiate. Lui avrebbe pagato meno tasse all’imperatore Carlo V (in verità presto oltre 850.000 fiorini a Carlo V che questi usò per procurarsi l’elezione al Sacro Romano Imperatore contro Francesco I di Francia) e in cambio avrebbe costruito delle case per chi versava in condizioni di disagio economico, purchè fossero dei cattolici, in cambio loro versavano una piccola quota: 1 fiorino = 0,88 cent di euro di oggi all’anno che sarebbe servita a far officiare delle messe alla memoria del loro benefattore, naturalmente quando sarebbe morto e recitare tre preghiere al giorno per Jakob Fugger. Ancora oggi, nella cappella del Villaggio Fugger (Fuggerei) un prete celebra messa con l’intenzione alla memoria di Jakob Fugger. Ho letto nei giornali, circa 2 mesi fa, che il Signor Zamparini Maurizio, benefattore della nostra città perchè ha riportato agli onori del calcio che conta, la squadra di calcio del Palermo, ha proposto alla nostra amministrazione comunale di fargli costruire delle case, concedendogli tutte le autorizzazioni ma non per darle ai senza tetto, in cambio lui ci costruisce un più ampio e più bello stadio. Cambiano i tempi e gi interessi diventano sempre più individualistici. I due punti saldi che danno onorabilità ad un “capo famiglia” Palermitano sono: la capacità di sfamare la sua famiglia e mettergli un tetto sopra la testa, se uno di questi due punti non può essere raggiunto, quel “capo famiglia” è tacciato di essere “senza dignità”. Ora voglio sottoporvi la mia breve riflessione, essendo io un figlio di un “capo famiglia” che 45 anni fa trasferì la sua famiglia negli scantinati, naturalmente occupati abusivamente, di Bonagia, per poi farsi assegnare una “casa popolare” nel quartiere di Falsomiele. Io avevo appena 2 anni, ma se mi chiedete, posso raccontarvi i disagi che abbiamo vissuto io, i miei genitori e miei 4 fratelli per circa 1 anno di soggiorno in quei magazzini che condividevamo con altre 10 famiglie. Questo non perché io ne possa avere una reale memoria ma perché ne ho percepito il dramma nel racconto dei miei familiari che lì hanno vissuto. Mi chiedo: che dignità ha una classe politica che non mette nelle condizioni ogni “capo famiglia” di mettere nella testa dei propri congiunti un tetto? Perché, nonostante le dichiarate manifestazioni di solidarietà di alcuni politici, di alcune associazioni o di qualche singolo, forse troppo singolo prete, non riesce a porre come problema prioritario nell’agenda della politica regionale e cittadina, il problema dei senza casa? Forse io posso azzardare una risposta; purtroppo noi viviamo in un paese dove le “Agende” vengono sempre “perse ” e quindi i nostri politici non si ricordano mai che c’è da affrontare questo problema, non avendo l’agenda sotto mano. Il problema della casa da dare ai poveri ad onor del vero, non nasce oggi ma è pur vero che ci sono stati politici di alto spessore, rispetto ai nostri, che vi hanno posto un reale rimedio ( vedi Alcide De Gaspari ed i sassi di Matera). Oggi era in previsione la visione di un film di Vittorio De Sica del titolo “il Tetto” vi invito a vederlo, magari lo possiamo proiettare una sera nell’insula 3 dello Zen, invitando il sindaco, il prefetto, l’arcivescovo e il presidente della regione e il Presidente dell’IACP. Considerando che noi non saremo mai cosi “sfortunati”, come il ministro Scagliola, a cui ignoti per sgarbo, gli hanno acquistato una casa a Roma vista Colosseo, dobbiamo ripiegare sulla fortuna da un lato, giocando alle infinite lotterie e dall’altro lato rivolgerci alla provvidenza, un pò come facciamo noi palermitani che quando vedono passare un carro funebre, prima ci facciamo il segno della croce e poi ci tocchiamo le palle, dando testimonianza che crediamo nella provvidenza di Dio, ma anche nella scaramanzia ( non si sa’ mai ). E’ ora di fare delle scelte coerenti e chiare, dove sono tutte le associazioni che lavorano allo Zen? Sono state invitate a questa mattinata di riflessione, dove sono? Dov’è la rete interistituzionale dello Zen? Non bastano più i comunicati di solidarietà, le grigliate di salsiccia, la distribuzione dei panini imbottiti o l’accudimento temporaneo dei bambini delle famiglie dei senza tetto. Dobbiamo chiedere ed ottenere di partecipare a una riunione in prefettura sull’ordine e la sicurezza dove noi porteremo le nostre proposte, se ne abbiamo, io qualcuna ce l’ho ma lo dirò solo a chi andrà a rappresentare questa problematica a quel tavolo ,vi posso dire che coinvolge il comune di Palermo, l’IACP ed il privato sociale. Quindi l’obbiettivo che ci dobbiamo prefiggere da qui a qualche giorno è quello di ottenere un incontro con il prefetto e con i componenti del tavolo sull’ordine e la sicurezza della città. Più tetti nella testa delle famiglie ci saranno, più opportunità di lavoro sapremo offrire ,più reinserimento sociale per gli ex detenuti ci saranno più ordine e sicurezza ci sarà in questa splendida città che ad oggi è offuscata solo dalla mala politica e dalla scarsa partecipazione alla vita pubblica dei cittadini che vi abitano.

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