Un nuovo raid vandalico a Brancaccio contro il centro antiviolenza intitolato al Beato Pino Puglisi, l’ennesima incursione contro le strutture dei volontari che da anni svolgono attività nel quartiere.
Nella notte tra l’8 e il 9 gennaio, qualcuno ha fatto ingresso nel cortile che si affaccia su via Conte Federico e con un grosso masso ha sfondato il vetro blindato della porta secondaria dell’immobile chiamato l’ex mulino del sale che ha l’ingresso in via San Ciro n. 6. All’interno si trovano le statue del presepe che viene allestito ogni anno. «Neanche lo sguardo della statua del bambinello ha intimorito i malfattori che, con violenza inaudita, hanno frantumato un vetro antisfondamento, introducendosi dentro la sede del centro antiviolenza-dicono i volontari del centro-. Un brutto segnale, che certamente non farà intimorire le centinaia di volontari, operatori e soci che animano da 28 anni il centro di accoglienza Padre Nostro; ma certamente un gesto che sa di sfida e che vuole dimostrare che quando vogliono, agiscono in maniera indisturbata, complici la solita indifferenza o omertà di chi sente, vede e non parla. Noi manterremo sempre lo stesso atteggiamento che ci ha insegnato il Beato Giuseppe Puglisi: come coloro che non si sentono mai arrivati al capolinea, ma che devono sempre continuare il loro cammino per essere esempio solido e concreto di quanti cercano la strada per la legalità, giustizia e conversione di vita. Siamo certi che le istituzioni, in primis le forze dell’ordine, questa volta sapranno assicurare alla giustizia questi malviventi, perché non restino d’esempio di impunità in un quartiere come Brancaccio».
Il presidente del centro Padre Nostro, Maurizio Artale, ha contatto le forze dell’ordine. Sul posto è intervenuta anche la polizia scientifica per compiere i rilievi e andare alla ricerca di tracce utili per risalire agli autori del raid. «Un brutto gesto -afferma Domenico De Lisi, vicepresidente del centro Padre Nostro-, con cui i responsabili probabilmente vogliono lanciare un messaggio: noi ci siamo ed entriamo quando vogliamo. Siamo sempre pronti ad accogliere e a operare per il quartiere come ha fatto padre Puglisi-. Lo abbiamo fatto anche durante le feste, ascoltando donne venute da noi per liberarsi dalla violenza familiare. E continueremo a impegnarci in questa attività nonostante gli attacchi che subiamo».
L’ennesimo raid a Brancaccio ha suscitato un coro di condanna. Per il presidente della Regione Nello Musumeci, che ha espresso solidarietà ai volontari del centro, «mafiosi e delinquenti comuni sanno che il centro antiviolenza, fondato dal Beato Pino Puglisi, è punto di riferimento e simbolo di legalità in un quartiere con mille problemi come quello di Brancaccio. Ma dovrebbero sapere che anche gli operatori e i volontari del centro, assieme a tutti i cittadini che usufruiscono dei suoi servizi, non si fanno intimidire da atti vandalici.»
Il sindaco Leoluca Orlando parla di «gesto intollerabile che tutta l’amministrazione comunale condanna duramente. Sono sicuro che i cittadini, i tanti volontari, gli operatori della struttura e il presidente Maurizio Artale non si faranno intimidire da simili azioni vandaliche che non arrestano certamente lo straordinario cammino di legalità intrapreso a Brancaccio».
Solidarietà dal deputato del Pd Carmelo Miceli ai volontari che «giorno dopo giorno fanno sacrifici per contribuire alla rinascita del quartiere, per aiutare chi è in difficoltà e per accogliere tutti coloro che hanno subito violenza».
I parlamentari palermitani del M5S Roberta Alaimo, Valentina D’Orso, Steni Di Piazza e Adriano Varrica e i commissari dell’Antimafia all’Ars dello stesso movimento condannano il gesto e auspicano che le indagini facciano piena luce sull’accaduto. Un auspicio espresso anche dai consiglieri comunali Paolo Caracausi di Italia Viva, Alessandro Anello della Lega e Antonino Randazzo dei Cinquestelle.
Solidarietà bipartisan. De Lisi: "Brutto gesto, lanciato un messaggio: noi ci siamo, entriamo quando vogliamo"
di Virgilio Fagone
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