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Puglisi, il Pg: «Ergastolo ai Graviano»

data articolo 05/01/2001 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo del Giornale di Sicilia
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Sono colpevoli tutti e due: Giuseppe e Filippo Graviano ordinarono l’omicidio di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso il 15 settembre del 1993. Ne è convinto il sostituto procuratore generale Francesco Lo Voi, che nel processo d’appello ha chiesto la massima pena per entrambi. In primo grado era stato condannato all’ergastolo solo Giuseppe Graviano, mentre Filippo era stato assolto dal delitto e condannato per associazione mafiosa a dieci anni. Diciotto anni erano stati inflitti invece a Salvatore Grigoli, killer reo confesso. E per lui il pg ha chiesto la conferma della condanna. La sentenza della Corte d’assise, emessa 115 ottobre di due anni fa, era stata appellata dal pubblico ministero di primo grado, Lorenzo Matassa, e dal pg Lo Voi, perché ritenuta contraddittoria. Giuseppe Graviano era stato condannato perché, da capo del mandamento di Brancaccio, avrebbe ordinato l’assassinio del sacerdote. I1 fratello Filippo, invece, sarebbe stato in una posizione più defilata, rispetto al mandamento e dunque non avrebbe avuto responsabilità per l’omicidio. Un delitto considerato «eccellente»e per il quale, secondo le regole di Cosa Nostra, sarebbe necessario l’ordine dei capimafia della zona.I giudici della Corte d’assise si erano basati sulle dichiarazioni di Grigoli e degli altri collaboranti ascoltati nel corso del dibattimento. Avevano ritenuto così che solo nei confronti di Giuseppe ci fossero elementi certi per arrivare a un giudizio di colpevolezza. In un giudizio parallelo, già chiuso con la sentenza definitiva di condanna all’ergastolo dei quattro esecutori materiali, si dà per certo invece che a ordinare l’assassinio del prete siano stati entrambi i fratelli.La Corte d’assise, nel processo ai Graviano e a Grigoli, aveva affermato che «non può neppure escludersi che il Filippo potesse avere, rispetto al fratello, una diversa opinione sul modo di arginare 1’ attività nociva (per la famiglia mafiosa, ndr) del sacerdote...». Lo Voi ha sottolineato le contraddizioni della sentenza, visto che gli stessi giudici avevano affermato che l’omicidio Puglisi «rispondeva a una concreta esigenza, dal punto di vista criminale, della “famiglia” capeggiata all’epoca da Giuseppe Graviano, affiancato dal fratello Filippo, entrambi latitanti...». Ambedue vengono considerati dunque capi e per questo il pg vuole la massima pena per tutti e due. Riccardo Arena

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