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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Un prete nei luoghi della mafia

data articolo 01/02/2010 autore Aesse categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo di Aesse
Articolo di Aesse
Sono passati 17 anni e qualche mese da quando nel 1993 padre Pino Puglisi, prete di frontiera che si opponeva alla mafia, fu ucciso a Palermo nel quartiere Brancaccio. La sua colpa? Voler dare ai giovani un futuro diverso dalla strada. Con questa idea aveva creato il Centro Padre Nostro, unico luogo di formazione e di aggregazione in un quartiere privo di scuole, cinema, palestre, commissariati e centri sociali. A nove mesi dall’apertura del Centro, che sottraeva manovalanza alla criminalità organizzata, padre Puglisi fu assassinato. Cosa resta oggi dell’opera del sacerdote? La presenza, nonostante le minacce, la volontà di riappropriarsi ogni momento del territorio, di custodirlo come proprietà comune, di abbellirlo senza lasciare spazio alla mafia. «in questi anni – ricorda Maurizio Artale, presidente del Centro – abbiamo ricevuto minacce e subito atti vandalici, ma siamo ancora là. Padre Puglisi diceva “il nostro agire diventa protesta”. Se lui ci ha creduto fino alla morte noi possiamo anche passare sopra alle minacce». E proprio grazie al Centro alcune strutture segnate dal sacerdote sono diventate realtà: il centro sportivo polivalente, costruito su un terreno donato da un’abitante di Brancaccio, una scuola pubblica «realizzata però – si rammarica Artale – 8 anni dopo la morte di Puglisi», la sistemazione dei locali in via Azzolino Azzon «purtroppo non ancora assegnati», l’apertura di una biblioteca, la costruzione della rete fognaria. Il vero cambiamento è però avvenuto nelle famiglie dei ragazzi che frequentano il Centro: «Hanno continuato a mandare i ragazzi, non si sono intimorite perché capiscono quale è il bene per i loro figli. Nessuna madre vuole avere il figlio in prigione o ucciso». La nuova cultura, promossa anche grazie ai progetti comuni tra il centro e istituzioni scolastiche, seppur lentamente, sta comunque prendendo piede: «Noi, come ci ha insegnato padre Puglisi che lavorava in strada, non diamo solo parole, ma un aiuto concreto: in passato pagavamo affitti e bollette, ora abbiamo capito invece è importante dare gli strumenti di emancipazione, formare i ragazzi a un lavoro o prestare denaro con il microcredito perchè le persone riescano ad aprirsi un’attività – fosse anche comprare ombrelli per poi rivenderli in strada – e diventare indipendenti». Da settembre 2004, il Centro Padre Nostro ospita al suo interno il circolo Acli Don Puglisi. «Accoglienza al nostro sportello – spiega la presidentessa Girolama Dominaci – le richieste degli abitanti del Brancaccio e li indirizziamo alle attività e ai consulenti che ruotano intorno al Centro. In passato abbiamo attivato un servizio educativo presso le famiglie. Oggi per mancanza di risorse, umane ed economiche, questo progetto è stato interrotto ma speriamo di riproporlo in futuro».

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