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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Contro la mafia occorre fare presto

I giornalisti della Fisc a convegno in Sicilia hanno incontrato gli eredi di don Pino Puglisi

data articolo 02/10/2009 autore Corriere Cesenate categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo di Corriere Cesenate
Articolo di Corriere Cesenate
Pane e Vangelo. In questo binomio era contenuto tutto l’impegno di padre Pino Puglisi, il sacerdote ucciso a Palermo dalla mafia nel 1993. Lo stesso motto fa parte integrante del “Centro di accoglienza Padre Nostro” che nel quartiere di Brancaccio del capoluogo siciliano porta avanti l’opera del prete fondatore. Oggi il presidente è Maurizio Artale, un quarantenne che non ha mai incontrato don Pino, ma che dalla sua opera in prima linea si è fatto affascinare e trascinare. L’incontro avvenuto sabato scorso nei locali del Centro, nel cuore del quartiere conosciuto da noi del nord come il più difficile della città, è di quelli che segnano in maniera indelebile un viaggio in Sicilia. Dopo aver visto e ascoltato, non è più come prima. Un conto è seguire le cronache dei tg. Un altro è stare un paio d’ore a contatto con chi ogni giorno si prende cura di bambini che altrimenti non andrebbero a scuola, solo per citare uno dei filoni di impegno. Bambini che crescono con la paura di poliziotti e carabinieri, gli stessi che in casi non isolati di notte entrano negli appartamenti e portano via il babbo in manette. Brancaccio è il quartiere in cui la mafia recluta la manovalanza e assicura la quiete nelle vie. Da quando è stato arrestato il Boss Bernardo Provenzano, anche in queste vie di Palermo si è aperta qualche falla, come ha detto con coraggio e a chiare lettere Maurizio Artale. “ E in questo piccolo squarcio di speranza che si inserisce il nostro lavoro in mezzo alla gente – ha proseguito il presidente del Centro Padre Nostro -. Proprio come ci ha insegnato don Puglisi che aveva fatto delle parole “se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto”, un metodo di vita per fare comprendere che ogni persona ha una responsabilità e che il futuro dipende anche da noi”. Palermo, quartiere Brancaccio, sabato 26 settembre: i giornalisti della Federazione italiana settimanali cattolici ascoltano Maurizio Artale, presidente del “Centro Padre Nostro” fondato da don Pino Puglisi. Il quartiere che conta ottomila abitanti non è dotato di un centro sportivo. Per ottenere una scuola media ci sono voluti più di otto anni di insistenze, prima che si giungesse a qualche risultato concreto. All’asilo nido, convenzionato con il Centro di don Puglisi, non è stata rinnovata la convenzione poi assegnata a un’altra struttura in una diversa zona della città. Una vita difficile, con la malavita organizzata che incombe e fa sentire la sua presenza togliendo la protezione al territorio. Sono tornati gli scippi, i furti negli appartamenti e quelli d’auto. Oggi qualcosa sta cambiando, come si è intuito dalle parole dei volontari del Centro che si trova in mezzo alle case di Brancaccio, dove i disoccupati sono il 33 per cento di tutta la popolazione. Le settecento persone presenti al sedicesimo anniversario della morte di don Puglisi, il lavoro del Centro e alcune aperture nelle persone che vivono nel quartiere “fanno intendere che qualcosa si è incrinato – come ha aggiunto Artale -. Occorre agire presto per far comprendere che lo Stato è presente e il riscatto e possibile. Il rischio, altrimenti, è quello di tornare peggio di prima”.(626)

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