Palermo | 01/05/2024 | 16:00:35
Pagina Facebook Pagina Youtube Instagram Google Plus
Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

In cattedrale, alle 18, l'arcivescovo Paolo Romeo presiederà una concelebrazione eucaristica. In serata, alle 21, al Centro Polivalente di via San Ciro, momenti di musicalità

data articolo 15/09/2009 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
torna indietro
Articolo del Giornale di Sicilia
Articolo del Giornale di Sicilia
*** "Dobbiamo riuscire a far capire ai bambini perché esistono senza fare discorsi filosofici. Nel gioco, si deve far loro vedere che ci sono delle regole da seguire, che non è giusto barare: nell'ambiente mafioso chi bara ha più consenso". Padre Pino Puglisi puntava a questo quando fù ucciso 16 anni fa, a scardinare la mentalità del quartiere a partire dai più piccoli, riaffermando una cultura della legalità illuminata dalla fede. Era un sacerdote che predicava il Vangelo, formava le coscienze nella verità, promuoveva la carità e l'attenzione agli ultimi. Per questo fu ucciso, nel giorno del suo 56° compleanno, sotto la sua abitazione di piazzale Anita Garibaldi, a Palermo. La sua "condanna a morte" fu ordinata dai boss di Cosa nostra, divenuti intolleranti davanti ad un sacerdote, piccolo di statura ma gigante nella fede, che sottraeva nuova manovalanza alla mafia. Insieme con le famiglie di Brancaccio e il comitato Intercondominiale, ingaggiò una battaglia con le istituzioni dell'epoca per ottenere l'istituzione di una scuola media nel quartiere di Brancaccio e per la bonifica degli scantinati di via Azolino Hazon, diventati sede di ogni forma di illegalità. Il 29 gennaio 1993 don Puglisi inaugurò a Brancaccio il centro "Padre Nostro", che diventò il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. E questo “sgarro” non fu perdonato. La sera del 15 settembre 1993 trovò ad attenderlo il killer Salvatore Grigoli, che si è poi autoaccusato del delitto e di decine di altri omicidi ed ha intrapreso un cammino di conversione. E’ stato lui stesso a raccontare le ultime parole che don Pino pronunciò prima di essere ucciso: un sorriso e poi un criptico “me lo aspettavo”: Grigoli, che era insieme a un altro killer, Gaspare Spatuzza, gli sparò un colpo alla nuca. Per il delitto sono stati condannati all'ergastolo Giuseppe e Filippo Graviano, mandati dai boss di Brancaccio, Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone. Grigoli, divenuto collaboratore di giustizia è stato condannato a 16 anni. E in corso il processo di beatificazione “super martirio”. La Congregazione per le cause dei santi, dopo l'esame della "positio", ha chiesto un approfondimento ulteriore. Si vuole accertare se la pistola di Salvatore Grigoli abbia sparato veramente in odium fìdei, ossia in avversione nei confronti della fede, e se, quindi, don Puglisi possa essere considerato un martire. E a Palermo entrano oggi nel vivo le manifestazioni per il sedicesimo anniversario dell’omicidio del parroco di Brancaccio. L'appuntamento è in cattedrale alle 18. dove l'arcivescovo Paolo Romeo presiederà concelebrazione eucaristica. In serata, alle 21, al Centro Polivalente Sportivo di via San Ciro, saranno organizzati momenti di musicalità. Interverranno Sasà Salvaggio e Massimo Minutella. Nell'occasione sarà presentata la canzone "L'aquila maestra", dedicata a padre Puglisi, composta dai volontari del Centro Padre Nostro, Marco Ferrigno e Antonella Pantaleo. E, anche quest'anno, non mancano le polemiche. Ci pensa Pino Martinez, del Comitato intercondominiale, con un video su Youtube, in cui denuncia un'opera di normalizzazione su Brancaccio dopo la morte di don Pino, di cui, secondo lui, non è mai stato recepito il messaggio: "Non aveva timore a mettere in guardia tutti dall'ipocrisia di chi nei confronti della mafia è tollerante e colluso". (*ALTU*) INTIMIDAZIONE Divelata la porta del Centro di don Pino *** Nuova intimidazione nella settimana delle manifestazioni per ricordare don Pino Puglisi. Un'incursione è avvenuta all'interno del Centro polivalente sportivo di Brancaccio, a Palermo, dove si è conclusa la fiaccolata organizzata in memoria di padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settèmbre del 1993. I malviventi, la notte scorsa, hanno scardinato il portone in ferro degli spogliatoi, attualmente adibiti a magazzino dall'impresa che sta eseguendo i lavori di completamento dell'impianto, che sorge proprio accanto alla sede del Centro Padre Nostro. Rubati alcuni attrezzi di lavoro, una carriola e diversi moduli di un ponteggio. A denunciare l'episodio è stato Maurizio Artale, presidente del centro Padre Nostro, fondato da padre Pino Puglisi. «Come ogni anno alla vigilia delle manifestazioni organizzate per l'anniversario del martirio del sacerdote - dice Artale - si registrano episodi inquietanti. Noi siamo impegnati a commemorare padre Pino Puglisi e loro ci ricordano che sono sempre presenti. Noi non ci lasciamo intimorire ma serve l'impegno di tutti, di tutta la popolazione per l'affermazione della legalità. Non serve soltanto ricordare una volta l'anno Padre Puglisi per mettersi la coscienza a posto». «Anche la delinquenza -sostiene Artale -vuoi far sapere che ci sono anche loro a Brancaccio oltre alle fulgide figure come padre Puglisi e come gli infaticabili volontari e operatori». Era già successo in passato. In quel campo una volta avevano tagliato gli alberi. All’interno del fondo avevano scaricato del letame e ancora prima avevano dato fuoco. I messaggi che si ripetono sempre nella settimana del ricordo di Don Pino Puglisi. Non sarà certo un caso. (*IMA*) CASCIO «Don Pino Puglisi è stato un esempio per tutti noi» ***Don Pino Puglisi ha dato un esempio, di lotta alla mafia, che costruisce per noi un patrimonio inestimabile». Lo ha detto il presidente dell’Ars. Francesco Cascio, ricordando il sacrificio del parroco di Brancaccio ucciso il 15 settembre del 1993. «Il suo ricordo – aggiunge – rimarrà per sempre scolpito nei nostri cuori e il sacrificio che ha fatto per dare ai giovani la speranza di un futuro migliore e di una Sicilia libera da cosa nostra è un saldo punto di riferimento». D’ANTONI «La sua lezione: se saremo uniti, vinceremo la mafia» *** «Se ognuno di noi sarà disposto a fare qualcosa, uniti potremo faremo molto per la Sicilia e contro la criminalità organizzata. Questa la lezione che ci ha lasciato padre Pino Puglisi, martire della mafia e altissimo esempio di morale per tutti gli italiani». Lo afferma Sergio D’Antoni, deputato del Pd. LOMBARDO «Don Puglisi vive nelle coscienze di tutti i siciliani» *** «La figura di don Pino Puglisi è viva e presente nelle coscienze di tutti i siciliani. Essa non è solo la testimonianza di una fede incarnata giunta fino al martirio, ma anche perché è la proposta di un metodo educativo di presenza, soprattutto tra i giovani, in grado veramente di estirpare la mala erba della mafia. Padre Puglisi è stato ucciso perché il suo modo di parlare e di stare tra i giovani offriva una speranza concreta per uscire dal ricatto mafioso». Così il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha ricordato il sacrificio del parroco di Brancaccio. Alessandra Turrisi

segnala pagina Segnala