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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Brancaccio. La desolazione «Noi, dimenticati da tutti»

Il presidente del centro Padre Nostro, all’alba dell’anniversario dell’uccisione di Don pino Puglisi, lancia l’allarme. «La politica si ricorda del quartiere solo il 15 settembre».

data articolo 12/09/2009 autore Epolis categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo di Epolis
Articolo di Epolis
Martedì prossimo ricorre il XVImo anniversario dell’uccisione di Padre Pino Puglisi, il prete dell’antimafia di Brancaccio. Ma se da una parte, e per la prima volta insieme, Curia, parrocchia e Centro di Accoglienza «Padre Pino Puglisi» stanno organizzando varie iniziative (fiaccolate, pellegrinaggi e messe di commemorazione) per ricordare il prete, dall’altra c’è una realtà che sembra discostarsi da quella che si vorrebbe immaginare. Una borgata, brancaccio, che nel corso di questi 16 anni, da quel 15 settembre 1993, forse si aspettava di più dallo Stato e dalla politica locale: speranze che non si sono realizzate e che ora si traducono in scetticismo e rassegnazione. «Quando per avere un campetto di calcio – dice il presidente del Centro accoglienza, Maurizio Artale – bisogna aspettare oltre 16 anni, senza averlo tutt’oggi; o quando dopo tanti sacrifici finalmente si realizza un asilo ma dopo 5 anni viene chiuso: la gente giustamente si scoraggia». Il campo di calcio a cui si riferisce Artale sembra ormai prossimo al traguardo «anche se ancora il Consiglio comunale deve approvare il cambio di destinazione d’uso». Per quanto riguarda l’asilo “l’abbiamo gestito dal 2003 fino all’anno scorso – continua – ma ora chiude i battenti perché la società vincitrice del bando vuole realizzare la struttura in un’altra zona non potendolo fare visto che il bando è territoriale e nasce esclusivamente per Brancaccio: un dramma per le famiglie della zona se si considera che è un vero e proprio punto di riferimento per i genitori che vanno a lavorare». E non mancano i raid vandalici nella scuola media “Pino Puglisi” e nel centro d’accoglienza. «Da vetri rotti – continua – a muri imbrattati, da fenomeni di bullismo a intimidazioni per chi frequenta il centro. La politica si ricorda di noi solo il 15 settembre». E poi capita, come l’anno scorso, che alle manifestazioni la gente non partecipa «perché ha difficoltà a capire quanto realmente abbia cambiato le cose Padre Puglisi». Non a caso anche l’arcivescovo mons. Paolo Romeo ribadisce a gran voce che «se soltanto ognuno facesse qualcosa, daremo più senso all’opera di Padre Pino Puglisi. E’ stato un prete impegnato nel sociale al servizio di un territorio: e ora noi ci dobbiamo chiedere come facciamo vibrare per mantenere vivo il suo esempio. Ma al momento, per usare una metafora che ha usato lo stesso arcivescovo «siamo pescatori che tirano su delle reti vuote». G. Governale

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