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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
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Assassinato nel giorno del suo 56° compleanno Prima di essere ucciso disse: «Me lo aspettavo»

data articolo 12/09/2009 autore Avvenire categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo di Avvenire
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Ucciso perché, annunciando il Vangelo, formava le coscienze nella verità, promuoveva la carità e l’attenzione agli ultimi. Era un uomo di una normalità disarmante don Pino Puglisi, nessuna sovraesposizione mediatica, nessuna amicizia politica. Per questo il suo assassinio, nel giorno del suo 56° compleanno, sotto la sua abitazione di piazzale Anita Garibaldi, a Palermo, sembrò ancora più inspiegabile. La sua 'condanna a morte', eseguita il 15 settembre 1993, fu ordinata dai boss di Cosa nostra, divenuti intolleranti davanti a un sacerdote, piccolo di statura ma gigante nella fede, che sottraeva nuova manovalanza alla mafia, togliendo i ragazzini dalla strada. Dopo una lunga esperienza di parroco in varie zone della diocesi e di animatore del centro vocazionale, il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio. Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il Centro «Padre Nostro», che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. Insieme con le famiglie di Brancaccio e il comitato Intercondominiale, ingaggia una battaglia con le istituzioni dell’epoca per ottenere una scuola media nel quartiere e la bonifica degli scantinati di via Azolino Hazon, diventati sede di ogni forma di illegalità. Questa sua attività pastorale, come è stato ricostruito dalle inchieste giudiziarie, ha costituito il movente dell’omicidio. Quasi una risposta della mafia all’anatema di Giovanni Paolo II lanciato proprio nel 1993 dalla Valle dei templi di Agrigento. La sera del 15 settembre 1993 don Puglisi trovò ad attenderlo il killer Salvatore Grigoli, che si è poi autoaccusato del delitto e di decine di altri omicidi e ha intrapreso un cammino di conversione. Prima di essere ucciso, don Pino dice: «Me lo aspettavo ». Per il delitto sono stati condannati all’ergastolo Giuseppe e Filippo Graviano, mandanti e boss di Brancaccio, Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone. Grigoli, divenuto collaboratore di giustizia, è stato condannato a 16 anni. È in corso la causa per il riconoscimento del martirio del sacerdote. La Congregazione per le cause dei santi, dopo l’esame della 'positio', ha chiesto un approfondimento ulteriore. Si vuole accertare se la pistola di Salvatore Grigoli abbia sparato veramente in odium fidei, ossia in av­versione nei confronti della fede, e se, quindi, don Puglisi possa essere considerato un martire. Alessandra Turrisi

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