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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

L’assessore comunale alle Attività sociali risponde alle accuse di Maurizio Artale, il presidente dell’associazione di Brancaccio fondata da Padre Pino Puglisi.

«Ecco la mia verità sul centro “Padre Nostro” sono io l’unica vittima delle loro ritorsioni» L'intervista "Stafano Santoro"

data articolo 11/04/2009 autore Epolis categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo di Epolis
Articolo di Epolis
E’ un fiume in piena e ammette di essere ogni giorno tentato di mollare tutto per dedicarsi alla sua attività di avvocato penalista. Ma poi ci ripensa e crede fermamente nella bontà delle sue azioni e delibere da assessore comunale alle Attività sociali, anche all’indomani delle accuse del centro Padre Nostro di Brancaccio. Anzi proprio per fare chiarezza e raccontare la sua versione dei fatti, l’assessore Santoro ha preferito non querelare i dirigenti del Centro ma rilasciare l’intervista. «Perché tramite questa – precisa – posso spiegare a tutti i cittadini come stanno realmente le cose». Il centro Padre nostro dichiara che a seguito di alcune loro denunce, subiscano da parte del Comune delle “ripicche” come taglio dei fondi ed esclusioni dai bandi per l’aggiudicazione di progetti e finanziamenti. E chiamano direttamente in causa Lei, in qualità di assessore alle Attività sociali. E’ tutta una macchinazione creata ad arte per screditare il mio operato. E’ il frutto dell’illogico teorema di certi personaggi alla guida del Centro che vogliono diffondere l’idea che io avrei imbastito una politica ad hoc di emarginazione dell’associazione sulla base di presunti ritardi nei pagamenti. Mettono anche in giro la diffamatoria ipotesi di un ricatto da parte del Comune solo perché l’ufficio Risorse immobiliari e patrimoniali dell’Amministrazione si è “permesso” di chiedere gli arretrati di un canone di locazione relativo agli uffici comunali in affitto al centro. Perché allora le accuse? Non vorrei che l’ingiustificato attacco sferrato nei miei confronti sia dovuto semplicemente al fatto che io all’atto del mio insediamento abbia deciso con il comitato dei sindaci, dei comuni del distretto 42, che sovrintende alla distribuzione delle risorse economiche per il sociale, di impartire precise direttive: ovvero applicare esclusivamente i principi di evidenza pubblica per l’assegnazione dei finanziamenti e dei servizi. Insomma nessuna più corsia preferenziale per l’accesso ai fondi per nessun centro o associazione che, invece, magari nel passato era stato cosi abituato. Il riferimento è al Padre Nostro? Dico soltanto che non a caso il centro di Brancaccio ha impugnato tutti gli atti amministrativi dinanzi al Tar per vedere riconosciuto un importo di 200 mila euro, per la realizzazione dei servizi alloggiativi e per progetti rivolti a donne vittime di violenza, a titolo diretto senza l’espletamento di bandi sulla base di atti dichiarati oggetto di rilievo anche dalla Regione. Alla base delle denunce del centro ci sarebbero quindi dei rancori personali? Non solo. Temo che dietro le accuse ci sia da ricondurre la mia decisione di cancellare l’assessorato alle Attività sociali dall’Unione degli assessorati alle politiche sociali, un’associazione che sarebbe di sostegno ai comuni ma che ha un costo considerevole. Ho pensato che per il mio assessorato non fosse necessario e quindi ho chiesto di sciogliere il contratto. Che legame c’è tra il centro e l’Unione degli assessorati alle Politiche sociali? Certi personaggi che occupano ruoli dirigenziali in entrambe le associazioni e che quindi magari non hanno gradito la mia decisione. Lo stesso uomo che fino a poco fa era il consulente del sindaco Cammarata e che quindi poteva seguire da vicino la spartizione delle risorse per il sociale. Nel momento in cui tutto questo viene meno, ecco allora che ci si sente esclusi. Diciamo piuttosto che fino ad allora il centro seguiva un iter più diretto. A prendere una posizione netta contro di Lei è stato anche il presidente della commissione Affari Sociali del comune di palermo Giovanni Greco(pdl), scongiurando la chiusura del centro. Non vorrei che dietro gli attacchi del pluridecorato Greco, oltre che presidente della commissione anche consigliere comunale e deputato dell’Ars, sia da ricondurre al fatto che tengo fuori dall’assessorato le sue idee politiche: insomma che non siano queste a decidere a chi dare i soldi e a chi no. Ma è vero o no, alla fine, che il centro non ha più ricevuto i fondi dal Comune di Palermo? Mai cosa più falsa. E ci sono le carte che lo dimostrano. Nel 2008, per il progetto Holding, dal costo annuale di 80 mila euro, resta da liquidare circa 13 mila euro. Il resto è stato gia riscosso. Per il progetto Peter Pan, 85 mila euro, resta da liquidare su fondi 285 del 97, circa 21 mila euro; Progetto l’Avventura di crescere, 62 mila e infine ciliegina sulla torta 400 mila euro per il recupero di un campetto sportivo: ne hanno ottenuti già 200 mila euro. E fino ad aprile prossimo sono coperti i servizi per i minori. Non credo che siano penalizzati dal Comune. Anzi. E i ritardi nei pagamenti? Sono reali, ma perché sono finanziamenti statali. Sono ritardi nazionali che si ripercuotono sul locale. Infine, vorrei solo fare riflettere sul concetto di volontariato. Se è puro e autentico dovrebbero andare avanti nonostante tutto come fanno in molti: uno fra tutti Biagio Conte e non fare conti da azienda privata. Se non si vuole chiudere non si chiude a costo di sacrifici anche dei dipendenti.

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