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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

La onlus Don Puglisi sul baratro «Costretti a chiudere i battenti» A giugno 50 dipendenti a casa. Santoro: «Accuse senza senso cerchiamo di aiutarli»

Il caso. Il presidente del centro accoglienza Padre Nostro: «Ho attaccato il Comune, ora fondi tagliati»

data articolo 09/04/2009 autore Epolis Palermo categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo di Epolis Palermo
Articolo di Epolis Palermo
C’è un foglio sulla scrivania, un comunicato del Comune di Palermo del 3 marzo: «Pagateci subito i 25.000 euro di affitto per i locali pubblici proficuamente utilizzati». Maurizio Artale, il presidente della onlus Padre Nostro, non riesce più a trattenere la rabbia: «Vi rendete conto? L’amministrazione ci deve 381.126,66 euro, stiamo per chiudere baracca e per licenziare i 26 dipendenti che da luglio sono senza stipendio e ci rispondono pretendendo l’affitto di un locale che usiamo per raccogliere i bambini dalla strada». Anche se l’assessore alle attività sociali Stefano Santoro spiega che la situazione è del tutto differente. «I fondi purtroppo non ci sono per nessuno. Noi stiamo facendo il possibile. E’ il sistema delle case famiglia da rivedere. Siamo costretti per legge a pagare quasi 2000 euro al mese per minore». VIA BRANCACCIO 461, quartiere dimenticato e sede della fondazione di don Puglisi. Sede di un’associazione che da sei mesi, da quando per la prima volta ha denunciato l’occupazione abusiva di alcuni locali assegnati alla stessa onlus da parte dei senzatetto, rischia di scomparire. «Ci siamo esposti denunciando anche le inadempienze del Comune. Da allora la vita è impossibile. Se non succederà nulla a giugno chiuderemo. Non potremo più aiutare le 600 famiglie di Palermo con minori vittime di abusi o senza tetto». Maurizio Artale, 46 anni, da sempre responsabile del centro accoglienza, non le manda a dire le cose: «L’assessore Santoro prima afferma che non conosceva la onlus di don Puglisi, poi che tanto noi avevamo milioni». Avanti senza più un soldo. Con qualche donazione e indebitamenti bancari da capogiro. A combattere contro la mafia, la povertà, la criminalità. «Ma combattere anche contro le istituzioni – spiega Artale – è impossibile». La battaglia più dura in una Palermo dove la parola legalità e sempre più sbiadita, sembra essere proprio quella con gli amministratori, «con quel consiglio comunale che non conosce la città, che non sa quante persone dormono al freddo, quanto alto sia il livello di povertà. Tanto loro stanno li, domani è Pasqua, vanno a casa e son felici. La situazione, conosco la realtà e posso fornire dati certi, è catastrofica». Padre Nostro gestiva tre centri famiglia, uno è stato chiuso la scorsa estate. Nella zona di Brancaccio, Falsomiele e allo Zen ci sono i locali per le attività ricreative, per lezioni di informatica o di parrucchiere, per far prendere la licenza media a chi viene buttato via dalla scuole pubbliche o anche solo per ascoltare un adolescente in crisi. Ventisei dipendenti a tempo indeterminato, trenta collaborazioni a progetto, trenta volontari. Abbandonati. «Il 18 aprile ci sarà una grande manifestazione contro questa classe politica. Ci saranno quelli del centrosinistra ad organizzare e forse ci eticheranno cosi. Ma a me il colore politico non importa nulla . L’unica cosa certa è che questi signori hanno portato la città al disastro più assoluto. E in qualche modo ci ricattano». Scuote la testa il presidente, non riesce a trovare un qualcosa di positivo fatto dal Comune: «Al massimo un po’ di fumo negli occhi, come il bonus luce. Come se non si sapesse che gli indigenti la corrente la rubano, si allacciano abusivamente ai contatori. E loro inventano un insensato bonus luce». E quello, la luce in fondo al tunnel sembra proprio non esserci, non la vede un presidente che ha sempre combattuto contro le piaghe della società, che è sempre stato ottimista. Ma oggi, in questa Palermo, neanche lui crede più. Gianni Agus

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