I bambini che evadono l’obbligo scolastico restano a casa ad accudire i fratelli minori o si industriano come garzoni per portare qualche euro a casa. E’ il drammatico retroscena che emerge dall’ultima operazione di controllo dei carabinieri finalizzata al contrasto dell’inosservanza degli obblighi scolastici di base nella zona di Brancaccio.
Dieci i genitori denunciati dai carabinieri della stazione di Brancaccio con l’accusa di non aver consentito ai propri figli minori di frequentare gli istituti scolastici. «In alcuni casi – spiegano i militari – i genitori hanno solo assecondato la volontà dei figli, in altri la scelta è dovuta al fatto che non ritengono utile che i loro figli debbano studiare e ricevere una cultura di base».
Nelle periferie e nel centro storico sono troppe le situazioni di degrado e di povertà culturale, che riportano la mente indietro di cinquant’anni, quando il titolo di studio era un privilegio per le famiglie benestanti. La conferma arriva dagli operatori della scuola e del volontariato.
Nella seconda circoscrizione, che comprende anche il territorio di Brancaccio, i tassi di dispersione scolastica alle medie sono a due cifre, nell’ordine del 14-15 per cento, con picchi che superano il 20 per cento «Abbiamo 20 bambini su 500 alla media – spiega il presidente dell’istituto comprensivo Padre Pino Puglisi, Vincenzo Di Figlia – che ci danno enormi problemi, sono incostanti nella frequenza perché devono aiutare la mamma o portare il pane a casa».
A questo si aggiunge una recrudescenza degli episodi di violenza all’esterno degli istituti a opera di bande di ragazzini, come segnalato da molti dirigenti scolastici. «Proprio per tentare di trovare una soluzione – racconta Maurizio Gentile, responsabile dell’Osservatorio contro la dispersione scolastica dell’Ufficio scolastico regionale -abbiamo convocato la scorsa settimana una riunione con tutti gli operatori del quartiere e i rappresentanti dell’ufficio minori della questura. A Brancaccio c’è una situazione davvero pesante».
Chiedono un intervento più massiccio delle istituzioni e percorsi scolastici mirati ai casi più difficili i volontari del centro Padre nostro. «Ogni anno prepariamo 15 ragazzi per ottenere la licenza media da esterni – afferma Maurizio Artale, presidente del centro – ma il nostro intervento non è sufficiente».
Alessandra Turrisi
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