Palermo | 17/07/2024 | 15:18:08
Pagina Facebook Pagina Youtube Instagram Google Plus
Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

OGGI L’ANNIVERSARIO DEL DELITTO. Fu ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56° compleanno

Don Puglisi, 15 anni dopo iniziative da Palermo a Gela

data articolo 15/09/2008 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
torna indietro
Articolo del Giornale di Sicilia
Articolo del Giornale di Sicilia
PALERMO. (altu) C’è chi lo considera un eroe, chi un prete antimafia, chi un sognatore convinto di poter cambiare il mondo. In realtà, don Pino Puglisi era un sacerdote, di quelli capaci di vivere la propria vocazione fino in fondo e in maniera radicale, predicando e vivendo il Vangelo, formando le coscienze nella verità, promuovendo la carità. Per questo fu ucciso quindici anni fa, nel giorno del suo 56° compleanno, sotto la sua abitazione di piazzale Anita Garibaldi, a Palermo. Quasi una risposta della mafia all’anatema di Giovanni Paolo II lanciato proprio nel 1993 dalla Valle dei Templi. La sua «condanna a morte», eseguita il 15 settembre 1993, fu ordinata dai boss di Cosa nostra, divenuti intolleranti davanti a un sacerdote; piccolo di statura ma gigante nella fede, che sottraeva nuova manovalanza alla mafia, togliendo i ragazzini dalla strada. Dopo una lunga esperienza di parroco in varie zone della diocesi e di animatore del centro vocazionale, il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano a Brancaccio, e nel 1992 assume anche l’incarico di direttore spirituale del seminario arcivescovile di Palermo. Il 29 Gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro «Padre Nostro», che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. La sua attenzione si rivolge al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede. Assieme alle famiglie di Brancaccio e al comitato Intercondominiale, ingaggia una battaglia con le istituzioni dell’epoca per ottenere una scuola media nel quartiere e la bonifica degli scantinati di via Azolino Hazon, diventati sede di ogni forma di illegalità. Un lavoro che verrà tragicamente bloccato la sera del 15 settembre 1993. Don Puglisi trova ad attenderlo il killer Salvatore Grigoli, che si è poi autoaccusato del delitto e di decine di altri omicidi e ha intrapreso un cammino di conversione. Prima di essere ucciso don Pino dice: «Me lo aspettavo». Grigoli, che è assieme a un altro killer, Gaspare Spatuzza, gli spara un colpo alla nuca. Per il delitto sono stati condannati all’ergastolo Giuseppe e Filippo Gravina, mandanti del boss di Brancaccio, Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone. Grigoli, divenuto collaboratore di giustizia, è stato condannato a 16 anni. E’ in corso la causa per il riconoscimento del martirio del sacerdote. Adesso si attende l’ultimo pronunciamento del Congresso ordinario della congregazione delle cause dei Santi, composto da cardinale e vescovi. Ma nel cuore dei palermitani, don Pino Puglisi è gia un martire. E per celebrare il ricordo di «3P», oggi, alle 18.30, l’arcivescovo Paolo Romeo radunerà in cattedrale sacerdoti, religiosi e laici per una messa che aprirà l’anno pastorale. Di mattina, invece, alle 9,30 la visita alla tomba al cimitero di Sant’Orsola e alle 11,30 seduta del consiglio della seconda circoscrizione. Numerose le iniziative promosse separatamente dalla parrocchia di San Gaetano e del centro Padre Nostro, che questa sera alle 21.30 nell’auditorium Di Matteo, organizza un concerto di pianoforte e voce di Antonello Manco e Vito Zingales. Amministratore associazioni, fra cui il presidente del consiglio comunale di Palermo, Alberto Campagna, e il presidente provinciale delle Acli, Toni Costumati, ricordano l’impegno del sacerdote. Ma la memoria di Puglisi valica i confini della diocesi e a Gela, domani alle 18, sarà inaugurato dal vescovo di Piazza Armerina, Michele Pennini, un giardino della solidarietà dedicata al parroco di Brancaccio, promosso da una rete di trenta associazioni di volontariato, sostenuta dal Cesvop. Alessandra Turrisi

segnala pagina Segnala