L'avvio dei lavori nei magazzini di via Hazon, nel '93, don Pino Puglisi l'avrebbe accolto con il megafono in mano e unafolla di ragazzini a fare festa. È arrivato 14 anni dopo, ma da grande parroco avrebbe detto che «comunque è una mattinata storica, meglio tardi che mai». Mattinata storica a Brancaccio per mettere fine alla vicenda dei magazzini scandalo. Fra dieci mesi diventeranno locali di pubblica utilità e cancelleranno il simbolo palermitano di periferie dimenticate e di illegalità. Fine del problema che nell'ultimo ventennio ha visto passare sindaci e assessori senza lo scatto di una soluzione. Fra la folla di via Hazon ci sono le autorità giudiziarie, il procuratore Francesco Messineo guarda l’atrio-spelonca e parla del luogo dove un prete ha scritto un pezzo di storia dell'antimafia, «e quindi un luogo da onorare con la presenza della giustizia nel nome di don Pino Puglisi». Ci sono tanti ragazzi del Centro Padre Nostro che da anni sollecitano la svolta. Gridano e protestano i 72 nuclei familiari che vivono nei complesso «con un solo ascensore per 24 famiglie che salgono e scendono dal dodicesimo piano: per tornare a casa facciamo i turni, abbiamo i tubi dell'acqua rotti, nelle stanze piove dentro, l'immondizia ci circonda». Ma quando il sindaco arriva, e dice che «si parte con i lavori dalle zone basse ma è ferma intenzione dell'amministrazione comunale di riqualificare l'intero palazzo», allora qualcuno chiede «un applauso per Diego Cammarata» e l'applauso delle famiglie arriva convinto e pieno di speranze. Anche perché è un simbolo finora mai visto la presenza del titolare della ditta appaltatrice, la Fe.Ni.Ce. srl di Montelepre che in 304 giorni (888.000 euro) hal'obbligo di completare i lavori. Cammarata parla di «traguardo per un progetto di grandissimo valore simbolico che rappresenta forse il più importante fra i tanti segnali che abbiamo dato in questi anni in tema di riqualificazione delle periferie. D recupero dei locali di via Hazon è un altro impegno che manteniamo nei confronti della città e di un quartiere che, in passato, ha spesso sofferto la lontananza delle istituzioni. Ma è anche un contributo all'affermazione della cultura delia legalità, motivo centrale dell'opera pastorale e civile di padre Puglisi». E anche l'assessore alle Opere pubbliche loto Cordare ricorda «il messaggio che i! parroco di Brancaccio ha consegnato alla nostra memoria: se ciascuno fa qualcosa, insieme si può fare molto. Questa amministrazione ha fatto qualcosa con difficoltà, oggi parte il conto alla rovescia della fase operativa».
Delia Parrinello
![segnala pagina](css/immagini/icone/email3.png) |
Segnala |