PALERMO, (ima) Chi ha portato dello stereo all'interno del campo di calcetto del Centro Padre Nostro, fondato da padre Pino Puglisi, e gli ha dato fuoco voleva fare danno. Per fortuna dei bimbi che qui giocano a pallone, tutti i pomeriggio tranne il sabato, una volontaria del centro, che abita nel palazzo in via San Ciro a Palermo, si era affacciata perché aveva sentito le fiamme che stavano da poco divampando e ha chiamalo i vigili del fuoco. La ragazza ha anche filmato tutto. Le fiamme che tra lo sterco e le sterpaglie si stavano propagando in zona dove c'erano numerosi alberi. Al di là degli alberi c'è il liceo Basile e poi le abitazioni. I vigili del fuoco del distaccamento Bramacelo ci hanno messo pochissimo ad arrivare e hanno avuto la meglio sulle fiamme. «Questo video ora lo metto su Voti Tube, cosi tutti posso no vedere quello che succede a Brancaccio da alcuni mesi», dice la volontaria ad un gruppo di ragazzi anch'essi volontari che hanno aperto il cancello ai vigili i del fuoco, ai carabinieri e agli uomini del commissariato di polizia di Brancaccio che stanno indagando su quanto successo. «Per parlare e sciogliere tutti i dubbi dobbiamo leggere quanto hanno scritto i vigili del fuoco dicono i poliziotti intervenuti sul posto -. Senza questi dati non possiamo dire nulla». Certo sono tanti i dubbi per quella che ha tutti i contorni di una nuova intimidazione, la quarta, nei confronti del centro. Le fiamme sono divampate attorno alle 16 e 45. Ieri pomeriggio, come ogni sabato pomeriggio, in quel rettangolo bianco che qui chiamano campo di calcetto (e che sembra uno sterrato per posteggiare auto) non c'è nessuno. Qui qualcuno ha portalo dentro una grande quantità di sterco che entrava in un camion e poi si sono viste le fiamme, «Giovedì scorso quando ci hanno tagliato alcuni alberi di agrumi nel giardino, lungo viale della Regione Siciliana, - dice Antonio Di Liberto presidente pro-tempore del Centro Padre Nostro -ho commentato che si stava avvicinando l'inverno e qualcuno aveva bisogno di legna. Adesso può essere stata autocombustione, solo che non ci sono i 40 gradi». Oltre al taglio dei 17 alberi nei mesi scorsi, invece, il responsabile del centro, Maurizio Anale, aveva ricevuto delle minacce e qualcuno aveva tagliato le gomme di un pulmino e dì un'auto usate dai volontari. Non c'è davvero pace per il centro che opera a Brancaccio.
Ignazio Marchese
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