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«Anatema» contro la mafia

IL FESTINO. Nella Messa in Municipio l'arcivescovo Romeo ha condannato le intimidazioni a Brancaccio

data articolo 14/07/2007 autore La Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo de La Sicilia
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«C'è chi continua con esecratoli gesti ad infangare il ricordo di fulgidi esempi. Sono di questi giorni le notizie di intimidazioni e atti vandalici realizzati a danno del Centro Padre Nostro di Brancaccio, voluto dal servo di Dio don Pino Puglisi, e della scuola dello stesso quartiere, per la quale egli ha tenacemente lottato e che a lui è stata intitolata. C'è ancora una parte di Palermo che, purtroppo, esita ad accogliere l'accorato appello alla conversione del cuore lanciato in que sta nostra amata ìsola dal compianto Pontefice Giovanni Paolo II: è la pane oscura che combatte la luce del bene e cerca di tardare il sorgere del nuovo giorno della vera Palermo riscattata». Hanno il sapore di un anatema le parole che monsignor Paolo Romeo pronuncia contro la mafia a Palazzo delle Aquile, nell'omelia della tradizionale messa in municipio, la prima per lui da arcivescovo per il festino. Parole ferme, di condanna, ma al tempo stesso di invito al cambiamento: «Sono tante - ha aggiunto l'arcivescovo - le forze buone della nostra amata città. Notevole è l'impegno profuso da quanti, singoli o associazioni, lottano ogni giorno per l'affermazione della legalità e dei valori, facendosi carico di promuovere lo sviluppo e la crescita integrale della persona umana. È la stessa Palermo che insegna a Palermo a sperare, a vincere l'immobilismo e a intraprendere nuovi percorsi». Ad accogliere monsignor Romeo in municipio il sindaco, Diego Cammarata: «Si tratta - ha rimarcato il primo cittadino - di una messa che conforta noi amministratori, spronandoci ad andare avanti con serenità e determinazione»: E il monito agli amministratori non è mancato: «11 Dio indicato in alto dalla Santuzza - ha rimarcato monsignor Romeo - può farsi vicino ad ogni palermitano nella misura in cui chi amministra la città, a diverso titolo, compie coscienziosamente e senza compromessi il proprio dovere. 11 progresso di Palermo di - pende infatti dagli sforzi di tutti e singoli i suoi amministratori i quali, nelle scel te determinanti, devono tutelare valori come l'accoglienza, il rispetto reciproco, la libertà e la solidarietà sociale. La macchina amministrativa può funzionare solo a condizione che all'interno delle coscienze di chi governa e amministra siano sempre presenti le "altezze" di Dio che la Santa vuole testimoniare: e questo significherà operare con giustizia ed equità, con lungimiranza legislativa più che con prassi interventistica, con solide norme etiche. La memoria di questo evento proprio qui vuole spronarci rutti a guardare con fiducia e speranza al futuro di questa città». Mariateresa Conti

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