Nel vertice di lunedì scorso co! questore Giuseppe Caruso e col colonnello Andrea Taurelli, comandante del reparto territoriale del carabinieri, si era deciso di tenere il Centro Padre Nostro sotto vigilanza giorno e notte; ieri da Comune, Regione e Provincia sono arrivate ampie rassicurazioni ai responsabili del centro. E quartiere non sarà abbandonato, anzi questi attacchi serviranno per accendere i riflettori sul lavoro di questi ragazzi, sui loro tentativi di salvare i giovani, di togliere manovalanza alla mafia. «Si tratta di interventi che si possono avviare nell'immediato, attraverso le risorse disponibili - dice il prefetto Marino -. Abbiamo deciso di aggiornarci e di riprendere l'argomento. Peraltro è stato convenuto di organizzare incontri con cadenza mensile, anche per aggiornarci e fare il punto sulla situazione». «Non continueremo a qualunque costo», avevano detto nei giorni scorsi i responsabili del Centro, invitando le istituzioni «a fare la propria parte, ognuno per le sue competenze». Il problema di Brancaccio. è stato fatto notare in Prefettura da chi nel quartiere vive e lavora, è che mancano gli spazi di aggregazione. Mancano gli spazi verdi Mancano le strutture per gli anziani. Un buco che le istituzioni devono coprire. Col lavoro, «con l'impegno di occuparsi del quartiere non solo nelle prossime settimane, ma costantemente». L'impegno preso ieri dalle istituzioni potrebbe segnare un'importante inversione di tendenza, simbolica e concreta al tempo stesso.
F.MA.
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