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La mafia devasta la scuola «Don Puglisi»

RAID A PALERMO. Dopo le minacce di morte, nuovo episodio contro chi osteggia Cosa Nostra a Brancaccio

data articolo 12/07/2007 autore La Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo de La Sicilia
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mu-RMO. La legalità. Il rispcttodelie legge. Il nome di don Pino Puglisi. Il lavoro dei volontari del Centro «Padre nostro» a favore dell'infanzia abbandonata e degli emarginati. Tutto sta infastidendo la mafia di Bramacelo. Ed il nervosismo si tocca con mano atta luce dell'ultimo episodio: un rald nei locali della scuola intitolata, a Palermo, nel quartiere di Brancaccio, al parroco della chiesa dì San Cartono, ucciso la sera del 15 settembre 1993. Muri, porte e materiale didattico sono stati danneggiati In un raid vandalico nella scuola media Intitolata a padre Puglisi. Alcune aule dell'Istituto sono state allagate e le pareti imbrattate con vernice. I teppisti hanno rovesciato sul pavimento sedie, banchi, lavagne e libri. Il raid è l'ultimo anello di una catena di intimidazioni sulla quale indagano polizia e carabinieri. L'I luglio un Anonimo aveva minacciato di morte, per telefono irresponsabile del centro «Padre Nastro», Maurizio Anale, al quale la Prelettura ha assegnato un servizio di tutela. Domenica scorsa sono state forate le gomme al pulmino dello stesso centro. Domenico Buccheri, il vicepreside dell'istituto, ha denunciato ai carabinieri il rald vandalico. Ignoti, dopo aver infranto il vetro di una finestra, si sono introdotti nei locali della scuola, mettendo a soqquadro le aule. I danni, non coperti da assicurazione, ammontano a circa 1.500 euro. Solidarietà i stata manifestata dal deputato dei Os, Giuseppe Lumia, secondo il quale si tratta di un «atto che richiede una risposta pronta e ferma delle Istituzioni». Anche il presidente del Senato. Franco Marini, ed il sindaco Diego Cammarata hanno espresso solidarietà agli insegnanti della «Don Puglisi». Ieri sera il prefetto Gfosu* Marino ha presieduto un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica a Villa VVhitaker. Vi ha preso parte, tra gli altri, il sindaco Diego Cammatata. «L'incontro In Prefettura - ha detto II sindaco -è stato il segnale forte che le istituzioni sono vicine a Brancaccio e ai cittadini che ogni giorno vivono. onestamente e contribuiscono con il loro lavoro alla crescita della città». Sono state adottate altre iniziative a lavare del centro «Padre nostro». I responsabili della struttura di via Brancaccio lunedì scorso avevano richiesto rintervento delle Istituzioni, chiedendo che i bisognosi e tutti i bambini disagiati trovassero assistenza adeguata e u n aiuto più concreto In un quartiere a cosi alta densità mafioso. E se da un lato la mafia cerca di intimidire chi lavora per la legalità e l'istruzione in un quartiere tra i più difficili d'Italia, dall'altro la «società civile» si inserisce con un altro atto coraggioso: manifèsti anonimi contro la mafia e contro l'abolizione ddl'ergaMolo, infatti, sono comparsi ieri sui muri in diverse zone di Palermo ed anche in alcuni centri della provincia. Accanto ai carrelli dei negozianti che promuovono i «saldi» cominciati lo scorso sabato, nei manifesti anonimi campeggia la scritta «Arrivano i saldi - Ma non per I mafiosi - Abolire l'ergastolo è un crimine». Una campagna provocatoria proprio in concomitanza con l'avvio degli sconti in citta e che ricorda quella lanciata, inizialmente in forma anonima, contro II racket delle estorsioni dai ragazzi di Addiopizzo. Altri manifesti sono stati affissi i Bagheria, firarazzi e Monreale. La proposta di abolizione dell'ergastolo o da settimane al cenimeli polemiche. Oggi, invia D'Amelia gli autori di questa campagna «antimafia» sveleranno la propria identità in un incontro con i giornalisti.

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