PALERMO. Uno spazio verde per i giovani e un centro per anziani. Manca anche questo a Brancaccio. E i responsabili del Centro Padre Nostro lo ripeteranno anche domani durante l'incontro — convocato dal prefetto— che vedrà la partecipazione di Comune, Regione e Provincia. Antonio Di Liberto, presidente della struttura, porrà l'accento «sull'assenza di servizi e infrastrutture». «Tante cose mancano anche perché sono impantanate in pastoie burocratiche — spiega Di Liberto —. Fare gli operatori sociali in un contesto difficile come quello di Brancaccio significa valutare le esigenze della gente, capire com'è possibile migliorare la qualità della vita. Noi la nostra parte l'abbiamo sempre fatta e continueremo a farla, ma è anche giusto che le istituzioni facciano la loro e non si tirino indietro. La rinascita di un quartiere ha bisogno dell'apporto di tulle le componenti». All'incontro dì ieri in Prefettura c'erano, oltre che Di Liberto e Maurizio Artale, il responsabile del Centro, il questore Giuseppe Caruso e il colonnello Andrea Taurelli, comandante del reparto territoriale dei carabinieri, che seguono le indagini sugli ultimi avvertimenti. Sia il questore che il colonnello hanno studiato assieme al prefetto un piano che prevede una vigilanza più serrata intorno alla struttura voluta da padre Puglisi.
F. MA.
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