A MAGGIO, dopo l'incuria e gli atti vandalici, un calcio di rigore di Diego Cammarata inaugurò il risorto campo di calcetto in via Conte Federico, a Brancaccio: una struttura comunale realizzata a metà degli anni Novanta per i giovani del quartiere. Col gesto atletico del sindaco si sarebbe dovuta avviare la rinascita di quel piccolo rettangolo di gioco ritagliato a ridosso della bretella laterale dell'autostrada. E invece è rimasta lì, inutilizzato. Nonostante i lavori effettuati dagli operai del Comune (l'ex Dl 24), su quel campo da allora è rotolata solo una palla. Quella calciata da Cammarata. Poi l'abbandono. Oggi la rete di recinzione è di nuovo rotta e l'area antistante si è trasformata in una discarica. "Per l'immondizia-dice Sandro Terrani, presidente della seconda circoscrizione, di cui Brancaccio fa parte-abbiamo già avvisato l'Amia che si dice pronta ad intervenire". Non è detto però che l'intervento arrivi subito. L'azienda infatti non attraversa giorni tranquilli, a causa dell'agitazione di 500 lsu che rivendicano un'integrazione economica bloccando la pulizia delle strade. Il campetto di Brancaccio, che il Comune ha affidato alla parrocchia di San Gaetano, resta intanto deserto. E questo nonostante sia stato completato l'impianto di illuminazione che non era a norma. Per vedere i ragazzi giocare ci vorrebbe qualcos'altro: "Un campo senza custodi-dice Maurizio Artale, responsabile del Centro Padre Nostro -è destinato al fallimento, perché una parrocchia non può sobbarcarsi anche questo compito".
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