Il comune vuole trasformare Brancaccio in un Museo all'aperto, in memoria di Padre Puglisi. Dove adesso ci sono marciapiedi malconci, tra Via Hazolino Hazon e Via Stati Uniti , sorgeranno strutturte, murales e graffiti, arricchiti da poesie di autori famosi come Edoardo Sanguinetti , Marialuisa Spaziani e Andrei Zanzotto. «Bellissima iniziativa la riqualificazione del territorio- dice il responsabile del Centro Padre Nostro di Brancaccio, Maurizio Artale -ma è importante non fermarsi qui, il quartiere ha bisogno di servizi essenziali: il polo sanitario il centro sportivo la casa per anziani». Il sindaco Diego Cammarata e l'assessore alle infrastrutture Lorenzo Ceraulo promettono soluzioni veloci: «intanto abbiamo mandato in consiglio comunale la delibera per l'acquisto degli scantinati di via Hazon», dice il primo cittadino. E annuncia che il simbolo dell'illegalità a Brancaccio diventerà una struttura di servizi. Chissà, forse anche una galleria d'arte. Gli esperti dell'assessorato alle infrastrutture sono al lavoro, ordinati dall'architetto Aldo Carano: in cantiere, c'è pure un progetto per rifare le facciate di alcuni palazzoni-ghetto di Brancaccio. A firmare il progetto de3l quartiere-museo è un direttore artistico che arriva dalla Biennale di Venezia, Marco Nereo Rotelli, che può contare sulla collaborazione degli scultori Pino Pinelli e Luciano Massari: «Naturalmente – dice - coinvolgeremo i ragazzi di Brancaccio, le loro poesie arricchiranno le opere d'arte». Al comune si lavora pure per recuperare quell'area di piazza Anita Garibaldi «Dimenticata» dal 1954: solo l'intervento della Procura ha fatto svegliare Palazzo dell'Aquile. «Il mio cliente è stato condannato a pagare 250 euro per occupazione abusiva- dice l'avvocato Silvano Bartolomei -ma le vere colpe sono del comune che quaranta anni fa ha iniziato una procedura di espropriazione e non la mai portata a termine. Adesso stiamo valutando le azioni più opportune per un adeguato risarcimento». Un appello per Brancaccio è arrivato anche dal Cardinale di Palermo, Salvatore De Giorgi: rivolgendosi nella sua omelia «a quanti hanno responsabilità politiche e amministrative», ha auspicato «la soluzione dei problemi dei quartieri più a rischio o più abbandonati, come Padre Pino non si stancava di chiedere quando era vivo per Brancaccio, dove purtroppo i suoi sogni non sono stati del tutto ancora realizzati». Durante la messa in cattedrale, De Giorni non ha usato mezzi termini:«Padre Puglisi era convinto che la mancanza di servizi essenziali non solo rende i quartieri meno vivibili, ma ostacola ogni serio tentativo di liberazione». Un appello per le periferie, nel decimo anniversario del'omicidio Puglisi, è arrivato anche dal deputato diessino Giuseppe Lumia:«Troppi quartieri-dice-sono lasciati a se stessi. Su Brancaccio ci sono ritardi e inadempiezze». E ieri, per ricordare il sacerdote ucciso è arrivato a Palermo il presidente della commissione Antimafia Roberto Centaro.
Salvo Palazzolo
|
Segnala |