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Riflessione del cardinale a pochi giorni dal decimo anniversario del sacrificio del prete, ucciso nel'93. "Padre Puglisi martire" De Giorgi lancia l'appello

data articolo 03/09/2003 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo del Giornale di Sicilia
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"La Chiesa riconosca ufficialmente padre Puglisi come martire della carità e della giustizia". L'appello è del cardinale Salvatore De Giorgi e arriva a pochi giorni dal decennale del sacrificio di padre Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993. Un riconoscimento della Chiesa per il prete delle frontiere difficili, onore a un martire che è diventato un riferimento e un modello attuale di vita di cristiana. Senza voler anticipare il giudizio della Chiesa, al quale interamente si rimette (il processo è in corso davanti alla Congregazione per le cause dei Santi in Vaticano), il cardinale De Giorgi esprime il suo "umile ed affettuoso convincimento che il servo di Dio don Giuseppe Puglisi abbia testimoniato con l'effusione del suo sangue l'ardore della sua carità a Dio e ai Fratelli: per questo facciamo voto perché la Chiesa voglia al più presto riconoscere ufficialmente questo suo figlio come martire della carità e della giustizia". "in don Giuseppe Puglisi-ha dichiarato il cardinale-noi vediamo un modello di vita cristiana per i nostri tempi. Un modello cui tanto i presbiteri quanto i laici credenti, e ogni uomo di buona volontà, possono trovare un riferimento sicuro per ciò che veramente conta nella vita". Nel rivolgersi ai fedeli, l'arcivescovo di Palermo ha anche ricordato la sofferenza tuttora viva per la terribile azione dei killer, una ferita per la Chiesa. "E anche se autori e mandanti mafiosi sono stati condannati dalla giustizia terrena, rimane tuttavia la sofferenza per il fatto che dei cristiani battezzati abbiano potuto compiere azioni così nefande in totale antitesi con il Vangelo". Il cardinale De Giorgi ha anche ribadito quanto più volte detto ai fedeli e a tutta la città ricordando il martirio del parroco di Brancaccio: l'assassinio di quel settembre di dieci anni fa-con tutto ciò che l'ha preceduto e con il calvario del piccolo prete contro Cosa nostra-non è stato affatto casuale ma ha rappresentato iu segno provvidenziale per l'impegno evangelico e il coraggio quotidiano di un prete. "La morte di don Pino Puglisi non è stata infatti un incidente di percorso! Essa è stata il compimento di una vita donata fino in fondo senza compromessi e senza tentennamenti. Il sacrificio della sua vita è stato consegnato come dono di Dio alla sua Chiesa e come segno della presenza della croce che apre alla resurrezione". La sera del 14 una fiaccolata percorrerà le strade di Brancaccio, dal Centro Padre Nostro fondato da don Puglisi fino al luogo dove è stato ucciso, in piazza Anita Garibaldi. Il 15, alle 18, la messa in cattedrale celebrata dal cardinale De Giorgi. D.P. Patti chiari. Via Hazon, Cordaro: "La delibera al voto in Consiglio appena sarà pronta" Magazzini-scandalo: passo avanti per l'acquisto C'è l'impegno del presidente del consiglio comunale Toto Cordaro per approvare subito la delibera d'acquisto dei magazzini-scandalo di via Hazon. Per il ritorno alla civiltà di questi locali degradati, oggi come dieci anni fa, si è battuto don Pino Puglisi. E' oggi che l'immondizia è ancora alta venti centimetri, come è scritto nel verbale del Comune, oggi che sta per arrivare il decimo anniversario del 15 settembre 1993 c'è la corsa alla delibera e la volontà di fare presto, almeno in consiglio. "non appena trasmessa dalla ragioniera, la delibera sarà inserita nell'ordine del giorno e farò il possibile perché il Consiglio la voti con priorità" assicura Totò Cordaro. "Bella notizia" per il direttore del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale: "La sensibilità di Cordaro collocherà la delibera al primo punto dell'ordine del giorno". Tutto è pronto per l'anniversario ma senza il voto del Consiglio verrebbe a mancare il risultato più atteso, il via all'acquisto dei magazzini. Il sindaco Diego Cammarata si era impegnato durante il forum dei "Patti chiari" che il Giornale di Sicilia ha tenuto a Brancaccio. A metà giugno l'assessore ai Lavori pubblici Lorenzo Ceraulo ha predisposto il piano d'uso. La settimana scorsa la pratica è passata al Patrimonio e l'assessore Calogero Corrao in pochi giorni ha predisposto la delibera e l'ha trasmessa alla ragioniera. Cordaro l'attende per il voto. La delibera chiude una pratica aperta nell'87. Prevede che il Comune acquisti il piano cantinato e il piano terra per 482.000 euro dal curatore fallimentare della Ingar (ex Pilo). La cifra sarà sottoposta al parere dei creditori privilegiati della Ingar, poi il giudice fisserà un termine entro cui chiunque potrà fare un'offerta. Se non ci saranno rilanci, l'immobile sarà aggiudicato al Comune che per acquistarlo dovrà contrarre un mutuo di 680.000 euro. Oggi i magazzini sono come li vedeva don Pino nel suo peregrinare per gli uffici. "La pavimentazione è invasa dai liquami e spazzatura-c'è scritto nei verbali del Comune-. L'allargamento avviene periodicamente, nonostante lo spurgo del pozzo fognario di questo fabbricato che ha 73 alloggi di cui 66 di proprietà comunale". Saracinesche e cancelli divelti, murature di compagno demolite per consentire il libero passaggio di chiunque, manca il portone. I magazzini sono luogo di traffici illeciti, è notorio che Brancaccio viene spesso descritta come borgata di gravi problemi sociali e di criminalità". Come ai tempi di don Pino. D.P

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