Un raid che ha tutto il sapore di un pesante avvertimento. L'obiettivo e' la chiesa di San Gaetano, a Brancaccio, quella di padre Pino Puglisi. L'irruzione lunedì notte, nessun furto ma il segnale chiaro dell'intimidazione: porte divelte, paramenti sacri rovesciati sul pavimento, arredi danneggiati.
La notte precedente visite non gradite anche alla chiesa di Antonio Garau, in via Decollati, e tre giorni fa (ma la notizia e' trapelata solo ieri) vandali in azione a Ciaculli, nella chiesa del Santissimo Crocifisso. A Brancaccio i teppisti sono entrati probabilmente da una porta sul retro, sono piombati in chiesa, quindi attraverso uno stretto corridoio sono arrivati in sacrestia. Hanno aperto pure gli armadietti dove erano conservati calice e ostensori ma non hanno toccato niente, stesso discorso per i soldi delle offerte. La volontà non era quella di rubare bensì si far trovare le tracce di un passaggio.
Ma perche' l'intimidazione? Quali sono gli interessi toccati da Golesano a dai suoi ragazzi? Cercheranno di stabilirlo i Carabinieri chiamati a occuparsi del caso (ieri sono arrivati anche gli esperti della Scientifica per i rilievi, la speranza e' che i vandali abbiano lasciato tracce). Una pista investigativa porta agli scantinati di via Azolino Hazon, gli ormai famosi magazzini dell'illegalità, ma e' un'ipotesi ancora in cerca di conferme.
Appena 24 ore prima il raid nella chiesa di padre Garau, in via Decollati 2. Qualcuno è entrato nei locali dopo avere forzato il portone d'ingresso con un piede di porco e ha portato via i soldi custoditi nei vari offertori, 300 euro. Intimidazione anche in questo caso? «Credo che volessero solo rubare -dice padre Garau -non do all'episodio un'altra lettura». Vandali in azione anche in via Ciaculli, nella chiesa del Santissimo Crocifisso. Qui hanno rubato i soldi che c'erano negli offertori ma hanno anche provocato danni a leggio in ferro battuto, alla navata e all'anticamera della sacrestia. La suora Calogera Ristretta: «Niente da dire, non e' giusto che di Ciaculli si dia un'immagine negativa, la gente rischia di scoraggiarsi e di non reagire come dovrebbe».
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