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Don Pino Puglisi torna a casa Brancaccio accoglie le reliquie

Rimarranno nel quartiere sino a domani

data articolo 04/11/2013 autore BlogSicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Un lungo corridoio di bambini, ciascuno con un fiore bianco in mano, ha accolto all’istituto comprensivo Padre Puglisi di Brancaccio, l’arrivo della reliquia del parroco ucciso dalla mafia nel 1993 e proclamato Beato lo scorso 25 maggio. Il Beato Pino Puglisi è tornato quindi nella sua Brancaccio. Le spoglie del prete tanto amato nella borgata e non soltanto, sono state portate in processione per le vie del quartiere sino alla Parrocchia Maria SS. del Divino Amore in S. Gaetano. Una folla in festa. La stessa manifestata negli abbracci e nei sorrisi degli abitanti della borgata che si sono ritrovati per ricordare il loro Pino, dei bambini che guardando con stupore la gigantografia del Beato chiedono ai genitori perché venga raffigurato sempre così sorridente. Gli adulti hanno risposto loro con parole semplici, quelle adatte a sintetizzare il senso di una esistenza al servizio degli altri: “Era felice perché sapeva che faceva cose buone e quelle cose potevano cambiare la vita del quartiere e della città”. I ragazzi che hanno accolto la reliquia di Padre Puglisi, intonando canti e pregando, quando il Beato morì non erano nemmeno nati. Eppure il prete semplice che sfidò la mafia in una delle periferie ‘maledette’ di Palermo è una figura presente più che mai nelle loro vite. Un aspetto sottolineato da Angela Randazzo, preside dell’istituto comprensivo che porta il nome del Beato. ”Padre Puglisi – dice la preside – torna sempre a Brancaccio, tra la sua gente. Per noi questo non è un giorno di memoria, termine che sembra relegare gli avvenimenti in un tempo lontano, ma di presente. Padre Puglisi ci ha mostrato che la legalità si persegue con le azioni concrete e non solo con le parole. È questo che cerchiamo di insegnare ogni giorno ai ragazzi”. L’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, indica Don Pino come il perfetto precursore dell’”andare nelle periferie” tanto caro a Papa Francesco, un monito all’accoglienza, ad accantonare la paura, a tornare ad essere comunità. “Brancaccio – commenta Romeo – era nella periferia dei cuori degli uomini e soprattutto in quella dei valori. Padre Pino ha voluto che questa gente tornasse a costruire per se stessa, mettendo a frutto, come lui ha saputo fare, tale e quale a quel chicco di grano del Vangelo di Giovanni, il meglio di sé”. Don Pino seppe infondere fiducia e speranza, far comprendere, ad ognuna delle persone che ha incontrato, che poteva essere protagonista attiva del proprio futuro e non schiava del presente. Ma la libertà presuppone la presenza di alternative, di possibilità tra cui scegliere. Come la scuola, che nel quartiere prima dell’arrivo di Don Pino non c’era. “Cari bambini – spiega l’arcivescovo di Palermo agli studenti – Padre Pino vi ha amato come vi amano i vostri genitori. Come gli uccelli che preparano il nido per i loro piccoli, lui ha voluto questa scuola per voi. E vi ha mostrato che i desideri cambiano il mondo, e voi, con il vostro impegno, potete disegnare un mondo più bello”. Un bambino chiede cosa c’è nella teca argentea, accolta nell’atrio della scuola e la cui forma è quella della cattedrale di Palermo, da cui proviene. Monsignor Romeo chiarisce ai più piccoli: “È un osso che stava vicino il cuore, e che ha sentito tutti i battiti del cuore di Padre Pino. Il nostro Beato è il cuore della chiesa di Palermo”. Dopo la processione, la messa presieduta dall’arcivescovo di Palermo. Negli occhi dei parrocchiani, lacrime di commozione. Ma stavolta, a differenza di quel 17 settembre di 20 anni, giorno del funerale di Don Pino, la speranza che il domani possa essere migliore c’è, e nessuno può metterla a tacere, ce lo ha insegnato proprio Padre Puglisi. Le reliquie del Beato resteranno nel quartiere per 24 ore, fino a domani pomeriggio alle 17.

Veronica Femminino

Fonte: Blog Sicilia

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